La sentenza del processo a carico di Alberto Genovese arriverà il 16 settembre prossimo. Poche udienze, dunque, prima del verdetto e proprio nella prossima a prendere la parola sarà l’ex guru delle startup che ha ottenuto il rito abbreviato. Nell’ultima udienza Genovese non era presente. A seguire il caso è stata la trasmissione Iceberg Lombardia che era presente con le sue telecamere fuori dall’aula ed alle quali l’avvocato Luigi Isolabella, legale dell’imputato, ha confermato l’ottenimento dell’abbreviato. La prossima volta Genovese sarà interrogato e sarà sentita anche una psicologa consulente della difesa che avrebbe depositato una relazione in cui sostiene che la cronica intossicazione da droga e un deficit psicologico avrebbero ridotto la capacità di intendere e di volere dell’imprenditore al momento dei fatti.



In merito alle richieste di risarcimento delle vittime ed alle offerte di Alberto Genovese – rifiutate dalle due ragazze violentate – il legale della 18enne, l’avvocato Luigi Liguori, ai microfoni di Iceberg Lombardia ha commentato: “C’è una proporzione talmente abissale che non si può trovare una soluzione. C’è una invalidità al 40% e non potrà più svolgere il lavoro di modella per problemi fisici e psicologici”. Quanto rischia allo stato attuale Genovese? L’avvocato Procaccini in studio ha commentato: “Paradossalmente la pena più elevata non sarà per lo stupro ma per le sostanze stupefacenti. Per questo rischia da 6 a 20 anni e per lo stupro dai 6 ai 12, da 8 a 14 con le aggravanti e lui è con le aggravanti”. Con l’abbreviato la pena massima che potrebbe rischiare sarebbero 12 anni, “ma il calcolo è più complesso”.



Alberto Genovese parlerà nella prossima udienza

Il processo a carico di Alberto Genovese si svolgerà a porte chiuse. C’è molta attesa per le parole dell’imprenditore nella prossima udienza, soprattutto ci si domanda se l’uomo confermerà o meno le sue dichiarazioni rese ad oggi, in base alle quali si è ritenuto lui stesso vittima delle ragazze che lo accusano. “Le ragazze venivano apposta per drogarsi”, sosteneva lui, “per fare sess* e assumere sostanze” e si ritiene vittima di un “incidente”.

A commentare la vicenda è stato anche l’avvocato Taormina che in collegamento con la trasmissione ha asserito: “Genovese ha fatto una strategia difensiva a doppia mandata perché chiedendo la perizia psichiatrica vuole partire da un presupposto che implica la sua responsabilità, altrimenti non avrebbe senso. Però non è la sola strada: l’interrogatorio che sarà fatto nella prossima udienza potrebbe essere illuminante sotto questo profilo”. Secondo l’avvocato, infatti, dal punto di vista della decisione di andare a queste feste tutto ricadrebbe sulle responsabilità delle donne che ci andavano.