Le motivazioni della sentenza con cui Alberto Genovese è stato assolto dall’accusa di aver violentato quattro anni fa l’ex fidanzata, all’epoca 20enne, ma condannato per una tentata violenza e altri reati, aprono nuovi scenari e mettono nei guai la ragazza, perché il giudice ha chiesto che venga indagata. Infatti, ha disposto ciò accusandola di calunnia per aver detto il falso sulla sua vicenda. Per il gup aveva messo a punto un piano ben organizzato, a cui potrebbero aver preso parte anche altre persone, per guadagnarci.



Pare che denunciando Alberto Genovese di violenza sessuale contasse di recuperare almeno due milioni di euro, che gli sarebbero serviti anche per comprare casa a Milano. L’obiettivo della donna, ora 24enne, erano i soldi, quindi avrebbe elaborato un’operazione per sfruttare il caso dal punto di vista mediatico, visto che l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media era molto alta all’epoca. A ricostruire la vicenda è il Corriere della Sera, spiegando anche che per questo avrebbe deciso di accettare l’invito di “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, di cui fu appunto ospite.



ALBERTO GENOVESE, EX FIDANZATA NEI GUAI: ATTI AI PM

Quando partecipò al programma di La7 l’ex fidanzata di Alberto Genovese lo aveva appena denunciato con l’accusa di averla drogata e stuprata. L’ipotesi dei difensori dell’imprenditore, che all’epoca era già detenuto in carcere, è che la donna avesse già immaginato di ottenere una importante somma di denaro in cambio delle sue rivelazioni, ma le sue dichiarazioni sono state giudicate inattendibili. Il giudice rimarca anche che prima aveva preso le difese dell’imprenditore, precisando di non essere mai stata vittima di violenze da parte sua, poi era diventata una delle accusatrici.



Il gup ha stabilito che l’ex di Alberto Genovese non è stata vittima di stupro, essendo stata consenziente anche per quanto riguarda talune pratiche estreme, inoltre ha escluso che sia stata resa incosciente tramite l’assunzione di droga, in quanto era stata lei volontariamente a consumare droga, volendo perdere il controllo di sé. Alla luce di tutto ciò, il giudice ha trasmesso gli atti ai pm affinché procedano con l’indagine per calunnia.