Il programma di Rete Quattro, Quarto Grado, ha trattato ampiamente nella giornata di ieri il caso di Alberto Genovese, e per l’occasione ha intervistato una vittima dello stesso imprenditore attualmente in carcere. “Era un sabato sera – dice Aurelia riferendosi al 10 ottobre del 2022 – ci siamo incontrate con un’amica in Piazza Duomo e poi siamo andate a Terrazza Sentimento. Dovevamo lasciare i telefoni fuori e ci è sembrata una cosa normale visto che una persona conosciuta stava facendo una festa durante il covid e comunque contesti di droga”. E ancora: “Io ci ero stata già due volte in quella casa ma lui non lo conoscevo, non mi interessava. Erano feste normalissime, con un deejay. La droga c’era in grande quantità, c’erano dei piatti posizionati in giro per la casa e chi voleva andava al piatto e usufruiva della sostanza, non era obbligatorio”.



Poi Aurelia ha proseguito la sua vicenda inerente Alberto Genovese, dicendo: “Mi sembrava che lui avesse atteggiamenti un po’ molesti con la mia amica, questa cosa ci aveva un po’ infastidito e abbiamo deciso quindi di andarcene”. Ma a quel punto Aurelia viene fermata dallo stesso Genovese e portata in camera, come spiega la giornalista di Quarto Grado: “Non mi ricordo questo momento, prima non era mai successo nulla di strano, non aveva mai intrattenuto nessuno. Se non mi sbaglio avevo usufruito di un po’ di droga nei piatti volontariamente. Ricordo anche che prima di avere un blackout mi era stata passata da lui una bottiglia, pensavo fosse un alcolico normale ma non so cosa ci fosse dentro, forse c’era della droga”.



ALBERTO GENOVESE, LA TESTIMONIANZA DI AURELIA: “QUANDO MI SONO SVEGLIATA NON RICORDAVO PIU’ NULLA

“Penso che mi abbia dato troppe cose insieme e che mi hanno portato ad avere un blackout, non mi ricordo completamente niente. Ricordo solo dei flashback molto disconnessi e cose surreali che non stavano succedendo, di ciò che stava accadendo veramente ho pochissimi ricordi, come urla di dolore”. Il giorno successivo Aurelia si risveglia nella casa di Alberto Genovese: “Ero completamente distrutta, non riuscivo a camminare e a tenere gli occhi aperti. Sentivo dolore, ricordi di manette, corde, sangue sulle lenzuola, ho cominciato ad avere paura, ma all’inizio ero confusa, non riuscivo a provare niente”.



La difesa accusa Aurelia di non essersene andata via subito: “Io non ricordo niente, ma stavo molto male fisicamente, mi aveva distrutta, avevo dolori molto forti, lui si comportava come un pazzo. Mi ricordo quando mi ha trascinata giù dal letto tirandomi per i capelli, non mi voleva dare i vestiti, mi ha lanciato uno stivale dalla finestra, mi diceva di andarmene poi mi riportava a letto. Ho chiamato aiuto e ho scritto alla mia amica che era preoccupata e quindi ho detto ad Alberto Genovese di farmi uscire subito se no sarebbe arrivata la polizia”. Sui soldi: “Mi ricordavo tante banconote, ma era un flashback senza senso, quando ha bruciato i soldi non lo sapevo, sentivo rumori di fornelli ma non ricordo cosa stesse facendo”. E ancora: “Io gli ho detto no tante volte… non mi ha mai chiesto scusa e non me lo aspetto neanche. La cosa più importante è che la giustizia ha sposato la mia tesi”. Dopo che Aurelia è riuscita a lasciare la casa di Alberto Genovese: “Sono stata ricovera due o tre giorni, il mio fisico era devastato, ero debolissima. Poi il dottore senza neanche un controllo approffondito ha capito subito che c’era stata una violenza, addirittura andavo in giro in carrozzina perchè non riuscivo a muovermi”. Poi dopo: “Vennero da me a comprarmi, offrendomi 2mila euro e tre bottiglie di champagne chiedendomi di ritirare la denuncia ma io non lo avrei mai fatto”. Aurelia ha aggiunto: “C’è ancora molto altro che so solo io e il mio avvocato, le persone non potranno mai capire cosa ho vissuto, nella mia vita personale credo che risconterò problematiche sociali”. Poi ha concluso: “Secondo me era tutto premeditato, poi era già successo, son venuta a conoscenza che la gente sapeva e lui continuava ad organizzare feste e la gente continuava ad andarci. Cosa vorrei ora? Riuscire a sistemare i miei problemi, sto andando da una psicologa perchè devo stare bene di testa e ci sto lavorando, vivere un po’ più serenamente e avere meno problemi sociali”.