Alberto Genovese, imprenditore del web, si è visto respingere dal gip di Milano Tommaso Perna la richiesta di processo con rito immediato, mediante il quale si sarebbe saltata per intero la fase dell’udienza preliminare, mentre ora, con questo scenario, le indagini saranno chiuse e ci sarà con ogni probabilità la richiesta di rinvio a giudizio. Lo riporta il quotidiano “Il Corriere della Sera” sulla sua edizione odierna, ricordando che Genovese si trova in carcere dal 6 novembre scorso per presunte violenze sessuali, con annessa cessione di droga, nei confronti di una diciottenne a Milano (noto l’episodio di Terrazza Sentimento a ottobre, ndr) e di una ventitreenne a Ibiza.



L’incidente probatorio, così, rimane in calendario per il mese di luglio, nel corso del quale, si legge nell’articolo, “saranno esaminati dagli esperti del Ris dei carabinieri i filmati realizzati dalla telecamere di sorveglianza nelle stanze dell’attico e superattico a due passi dal Duomo teatro delle violenze sessuali e della cessione della droga, altro reato di cui è accusato Genovese, insieme al sequestro di persona per quanto riguarda la modella 18enne che fuggì seminuda, denunciò lo stupro e fece partire le indagini”.



ALBERTO GENOVESE, LA DIFESA: “C’ERA ACCORDO ECONOMICO CON LA 18ENNE PER UNA PRESTAZIONE DI SESSO ESTREMO”

Nei video si vedrebbe Alberto Genovese, stando a quanto dichiarato dai suoi legali difensori, parlare con la giovane 18enne che l’ha accusato di stupro per raggiungere un accordo economico per una prestazione di sesso estremo. Giova rammentare, a tale proposito, che, di fronte al pm Stagnaro e all’aggiunto Mannella, Genovese stesso affermò che la sua proposta per la giovane era stata pari a tremila euro, a cui aggiungere altri cinquecento euro affinché durante l’atto sessuale “urlasse, ma non troppo, perché non dovevano sentirla i vicini”. “Il Corriere della Sera”, infine, si sofferma anche su un altro aspetto di questa vicenda, sottolineando come siano tuttora in corso le indagini fiscali, “nel cui ambito i pm, compreso il sostituto Paolo Filippini, stanno lavorando con la Guardia di finanza di Milano e l’Agenzia delle Entrate per accertare se Genovese abbia dichiarato al Fisco tutti o solo in parte gli enormi guadagni fatti con la cessione delle sue startup”.

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