Alberto Genovese offre risarcimento di 155mila euro a vittime violenza
Nella giornata di ieri Alberto Genovese, l’imprenditore digitale accusato di aver drogato e violentato due giovani modelle, si è presentato per la prima volta in aula in occasione dell’udienza preliminare. Alle due vittime di 18 e 23 anni, Genovese ha offerto un risarcimento complessivo pari a circa 155 mila euro, ma entrambe le ragazze hanno rifiutato. E’ quanto reso noto da Repubblica.it, che svela le tappe dell’udienza, al cospetto del gup di Milano Chiara Valori. Genovese, attualmente ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi, ha chiesto di essere processato con rito abbreviato condizionato all’audizione di un consulente difensivo. La decisione da parte del gup è attesa per il prossimo 1 giugno.
Oltre ad Alberto Genovese è imputata anche la sua ex fidanzata accusata di concorso nella violenza della 23enne, ospite in una villa di lusso a Ibiza. Anche lei ha chiesto di essere giudicata con il rito alternativo che prevede in caso di condanna uno sconto di un terzo della pena.
Ora punta a rito abbreviato e consulenza medico-legale
In merito alle richieste di risarcimento offerte da Alberto Genovese alle sue due vittime di violenza, entrambe attraverso i loro difensori hanno rifiutato le proposte scegliendo di rimanere parti civili per gli eventuali risarcimenti danni nel processo. Nel dettaglio, come precisa il Corriere della Sera, sarebbe stato offerto un assegno da 130 mila euro alla 18enne, la quale sarebbe rimasta nelle mani dell’imprenditore del web per 20 ore, fino alla notte del 10 ottobre 2020 quando riuscì a scappare seminuda ed a chiedere aiuto. L’avvocato Luigi Liguori, dopo una consulenza ha quantificato in poco più di 1,5 milioni di euro i danni subiti dalla giovane che oltre ad essere devastata psicologicamente da quanto accaduto avrebbe interrotto anche la sua carriera di modella. Ad oggi avrebbe già speso 25 mila euro per curarsi. Questa è anche la somma che Genovese avrebbe offerto alla 23enne. In entrambi i casi sarebbero comunque stati rifiutati.
Un accordo sui risarcimenti garantirebbe ad Alberto Genovese un sostanziale sconto di pena che potrebbe andare ad aggiungersi a quello previsto dal rito abbreviato. La difesa tuttavia ha anche chiesto l’acquisizione di una serie di documenti e della consulenza medico-legale sulle condizioni psico-fisiche dell’imputato al momento dei reati. L’intento è dimostrare una incapacità anche parziale di intendere e volere che andrebbe a ridurre ulteriormente la pena. Al momento l’uomo ha già scontato 16 mesi ai domiciliari e fino alla sentenza definitiva continuerà a restare nella struttura di recupero. In caso di condanna, la sua difesa potrebbe puntare a ottenere la detenzione in casa di cura di cui possono beneficiare i tossicodipendenti.