Tra poche settimane dovrebbe giungere la sentenza a carico di Alberto Genovese, l’uomo accusato dello stupro di due ragazze. L’imprenditore intanto, ha rotto il silenzio in aula asserendo in lacrime: “Solo dopo aver visto i video ho capito che lei non voleva, tutta colpa della droga”. Che sia una presa di coscienza o solo una strategia processuale? Genovese sarebbe uscito dall’aula abbastanza provato al termine di una udienza durata 7 ore durante la quale è stata sentita anche una psicologa.
La linea difensiva di Alberto Genovese si basa proprio sull’abuso di droga e sulla sindrome di Asperger, la capacità di intendere e volere era fortemente ridotta. Rispetto alla sindrome di Asperger però, a sollevare dubbi in collegamento con Iceberg Lombardia è stata la psicoterapeuta Casale che ha ribadito come i pazienti affetti da tale sindrome in realtà abbiano “delle difficoltà relazionali e da quello che ho visto dai filmati e dalle foto non mi sembra che Genovese soffra di queste difficoltà anche dal punto di vista fisico”. E se nel caso della 18enne vittima di violenza su Terrazza Sentimento l’uomo ha ammesso di non essersi accorto del fatto che non volesse fare sess* estremo, sulla 21enne che lo accusa di violenza a Ibiza ha aggiunto: “Io non ho percepito alcun rifiuto, il rapporto è stato consensuale”.
Alberto Genovese, qual è l’iter della difesa
Imputata per questo secondo caso, anche l’ex fidanzata dell’epoca di Alberto Genovese, Sarah Borruso, che in aula ha rilasciato dichiarazioni spontanee asserendo di essersi fatta trascinare perché innamorata ma di non aver mai gradito i rapporti a tre ma li avrebbe accettarli per compiacerlo. “Ci difendiamo all’interno dell’aula, non nei corridoi”, ha commentato il suo difensore all’inviata di Iceberg Lombardia, “siamo soddisfatti delle dichiarazioni che ha reso”.
Alberto Genovese, che ora si trova in una comunità, ha ora assicurato di voler cambiare vita: “Devo tagliare i ponti con tutte le persone che mi hanno circondato in questi anni, oggi non mi riconosco in quei fatti e non userei quelle parole che avete letto nelle chat per parlare delle donne che incontravo”. Si tratta di un vero pentimento? L’avvocato Taormina ha commentato le parole di Genovese: “Vuol dire una cosa molto precisa e raffinata. Secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, quando si tratta di vicende con in mezzo droga o alcol, basa la distinzione tra partecipazione violenta e non violenta sulla base della percezione. Quando il signor Genovese dice che solo adesso si accorge guardando i video che la donna non era consenziente, sta a dire che lui in quel momento non era nella condizione di percepire il dissenso della donna e questo è un bell’argomento difensivo che si sta portando avanti nel processo”. Anche Silvana Giacobini ha ritenuto le sue parole solo “un iter difensivo molto preciso”.