Alberto Genovese può uscire dal carcere per curarsi in comunità secondo la procura generale di Milano. Ha dato parere favorevole alla richiesta della difesa dell’ex imprenditore. L’istanza riguarda l’affidamento terapeutico in una comunità. Nel pomeriggio di oggi si è tenuta l’udienza per discutere la richiesta, davanti ai giudici del tribunale di Sorveglianza (presidente Cossia, relatore Luerti e due esperti). Stando a quanto riportato da Repubblica, la pena residua che l’ex fondatore di start up digitali deve scontare ancora è inferiore ai 4 anni, togliendo il cosiddetto pre-sofferto.
Inoltre, Alberto Genovese ha scontato già, in sostanza, la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, reato ostativo alla misura alternativa al carcere. L’ex imprenditore del web, che è stato condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale su due modelle stordite con mix di droghe, è tornato in carcere lo scorso 13 febbraio, in esecuzione della pena definitiva, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi.
ALBERTO GENOVESE, ATTESA DECISIONE SORVEGLIANZA
L’affidamento terapeutico può essere richiesto quando la pena residua non supera i sei anni, come nel caso di Alberto Genovese. Dunque, la procura generale, con il sostituto pg Giuseppe De Benedetto, ha dato parere favorevole alla richiesta della difesa dell’ex imprenditore. La decisione verrà presa dai giudici della Sorveglianza di Milano nei prossimi giorni. Genovese, che da alcune settimane è assistito da due nuovi legali, gli avvocati Salvatore Scuto e Antonella Calcaterra, era stato nel carcere di San Vittore dal novembre 2020, quando era stato arrestato, fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una comunità per disintossicarsi. Poi il ritorno in carcere lo scorso febbraio per l’esecuzione della pena definitiva, che gli era stata ridotta in quanto aveva rinunciato a presentare appello dopo la condanna in abbreviato, sulla base delle nuove norme della riforma Cartabia. Nel frattempo, Alberto Genovese rischia il processo pure per un altro filone di indagini, già chiuse, in cui è accusato di altre due violenze con lo stesso schema, d’intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico. Si va verso la richiesta di rinvio a giudizio per lui, per l’ex fidanzata e per l’ex braccio destro dell’imprenditore, Daniele Leali.