Il Tribunale del Riesame di Milano ordina il sequestro di 4,3 milioni di euro a carico dell’imprenditore Alberto Genovese. È stato accolto il ricorso della Procura sul sequestro per reati fiscali che invece il 19 aprile scorso era stato bocciato dal gip. Il provvedimento è immediatamente esecutivo, ma la difesa costituita dagli avvocati Luigi Isolabella e Davide Luigi Ferrari ha comunque un termine per poter fare ricorso in Cassazione. A pochi giorni dalla chiusura dell’indagine su due presunte violenze sessuali a Terrazza sentimento a Milano e a Villa Lolita a Ibiza, preludio di un processo che si fa sempre più vicino per Genovese, la Procura incassa la decisione dei giudici Mannocci-Galli-Pendino che hanno ribaltato la precedente decisione togliendo ogni ostacolo all’esecuzione del provvedimento. Quindi, ora Alberto Genovese, in carcere da novembre, rischia di perdere una parte del suo patrimonio per via del filone di indagini sulle movimentazioni finanziarie.
Ma i suoi legali non si sbilanciano: «A noi non risulta alcunché, non abbiamo l’esito. Valuteremo il da farsi dopo aver letto il provvedimento», dichiara l’avvocato Davide Luigi Ferrari all’AdnKronos. Oltre ad essere accusato di violenza sessuale e spaccio di droga, il fondatore di Facile.it, da cui è uscito nel 2014, e di Prima Assicurazioni, è infatti accusato anche di evasione fiscale per li anni 2018 e 2019.
LE INDAGINI DELLA GUARDIA DI FINANZA
Per questo motivo la Procura aveva richiesto il sequestro preventivo, trovando però il diniego del gip Tommaso Perna, la cui decisione è stata ribaltata dal Riesame. Dalle indagini della Guardia di Finanza era emerso che l’imprenditore avrebbe sottratto al fisco oltre 4,3 milioni di euro. Per gli investigatori i capitali di Alberto Genovese sarebbero redditi di lavoro, non redditi di natura finanziaria. Inoltre, è accusato di evasione per quanto incassato come liquidazione di alcune partecipazioni che aveva in Facile.it, realizzata per la Procura usando lo “schermo” di una delle sue società, la holding Auliv. La Guardia di Finanza ha poi esaminato alcune chat, anche tra Alberto Genovese e la sorella, da cui sarebbe emerso, secondo l’accusa, che l’ex mago delle start up aveva creato delle società ad hoc per ragioni di risparmio fiscale. Dunque, secondo i calcoli della Procura, la presunta evasione fiscale ammonta a 4,399 milioni di euro. Mentre l’inchiesta sui suoi redditi resta aperta, l’imprenditore ora rischia di affrontare il processo con rito abbreviato. Le contestazioni riguardanti presunti abusi denunciati da altre due giovani, invece, sono state stralciate dalla Procura, quindi, in seguito a ulteriori valutazioni, potrebbero essere archiviate.