E’ preoccupato Alberto Liguori, il procuratore di Terni, per la forte circolazione di droga pesante nella sua zona. Lo scorso sette luglio morirono due giovanissimi, Flavio Presuttari, Gianluca Alonzi, poi ad ottobre fu la volta di Maria Chiara Previtali, segno che la circolazione di stupefacenti è troppo alta, e soprattutto, facilmente raggiungibile dai giovani.
“A Terni c’è sicuramente l’offerta di sballo, che evidentemente risponde ad una domanda”, racconta il procuratore ai microfoni de L’Avvenire, che poi denuncia una mancanza di azioni concrete di contrasto: “La nostra è una società distratta, impegnata negli affari quotidiani, che non ha tempo di ascoltare i giovani. Manca una cellula suppletiva, che si sostituisca alla famiglia e questo mi sembra il segno evidente di un disinteresse verso questi temi. Servirebbe un monitoraggio continuo, mentre invece se ne parla solo dopo le tragedie. Non basta dire che la droga fa male, quello lo sappiamo tutti. Quali sono le iniziative concrete?”.
ALBERTO LIGUORI: “NON VOGLIO CRIMINALIZZARE I SERD MA…”
Alberto Liguori, parlando in audizione presso la commissione infanzia del Senato, ha tirato in ballo anche i Serd, coloro che di fatto avrebbero fornito, in via bonaria, il metadone al pusher Aldo Romboli, che a sua volta l’ha venduto a Flavio e Gianluca: “Non voglio criminalizzare questo segmento della medicina territoriale – precisa il procuratore di Terni – ma anche qui vedo un disinteresse generale, di tutto l’apparato statale. A una domanda di sballo che aumenta, non corrisponde una programmazione terapeutica individualizzata, si va avanti con solo la routine”.
E ancora: “Quanti pusher come Aldo ci sono a Terni e nelle province italiane? Quanti per ogni quartiere? Si uccide anche dando una sostanza stupefacente autorizzata a qualcuno”. Infine il suo pensiero sulla liberalizzazione delle droghe leggere: “Personalmente, non credo che liberalizzare le droghe leggere ridurrebbe la domanda di stupefacenti. Certamente, la domanda di droghe leggere è molto alta, anche se poi bisogna mettersi d’accordo su cosa si intenda per droghe ‘leggere’ e riflettere sull’uso quotidiano delle stesse, che porta a degli effetti ‘collaterali’”.