Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico di Humanitas, lancia un grido di allarme al Sistema Sanitario Nazionale. “Voglio continuare a vivere in un paese in cui una persona, se si ammala, debba preoccuparsi solo di guarire. Non di quanto costa la sua cura, o di cosa fare quando scade l’assicurazione” dice a Repubblica. Le sue non sono parole campate in aria. “L’ultimo rapporto del Censis e dell’Aiop (l’Associazione degli ospedali privati) secondo cui l’Italia sta andando verso una salute per censo, in cui solo i ricchi riescono a curarsi nel migliore dei modi. Ci siamo scambiati dei pareri, fra colleghi dell’Accademia dei Lincei e di altre istituzioni, e ci siamo accorti di avere un sentire comune, pur non essendo tutti medici e non lavorando tutti all’interno di ospedali pubblici” spiega.
Mantovani, che dirige un’istituzione privata, lancia l’appello a favore del Sistema Sanitario Pubblico. Il motivo di tale scelta è presto spiegato: “Perché sono un cittadino di questo Paese. Perché lavoro in un ospedale che svolge un servizio al pari degli altri ospedali statali, faccio ricerca con una rete di colleghi che lavorano negli ospedali pubblici. Perché è appena nata la mia decima nipotina e non riesco a pensare che crescano in un sistema sanitario che cura le persone in base alla ricchezza“.
Mantovani: “Solo il 18% delle strutture ha meno di 33 anni”
Alberto Mantovani insegna alla Humanitas University. “Oggi gli studenti di medicina sono molto meglio preparati di quando io ero studente. Forse però non riusciamo a trasmettere bene la componente vocazionale di questo mestiere” spiega a Repubblica. Eppure il nostro Sistema Sanitario Nazionale non va come dovrebbe: “Cosa chiederei al Ministro della Salute? Di permetterci di continuare a fare miracoli. Chiediamo più risorse, controllo sulla qualità clinica ed efficienza. Se getti più risorse in un sistema che spreca, infatti, non farai grandi passi avanti. C’è bisogno di meno burocrazia: come chi va in montagna, dobbiamo toglierci i sassi dagli zaini. E serve un uso più appropriato di esami e farmaci, a partire dagli antibiotici. È anche vitale sostenere molto di più la ricerca. Stanno arrivando terapie molto efficaci, come le Car-T contro i tumori e contro alcune malattie autoimmuni, che sono anche molto costose. Produrle in Italia, evitando di doverle comprare sempre e solo all’estero, le renderebbe più sostenibili”.
Ci sono problemi, nel nostro Sistema Sanitario, che preoccupano i medici, come la vecchiaia degli ospedali: “Solo il 18% delle strutture di cura hanno meno di 33 anni, cioè sono state costruite dopo il 1990. Quelle tirati su prima della fine della Seconda guerra mondiale sono molte di più, il 27%. Ma di recente il governo ha tolto dal Pnc, il Piano nazionale complementare al Pnrr, circa 1,2 miliardi destinati al programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” invitando le Regioni a reperire i soldi da un altro fondo, quello per l’edilizia ospedaliera. Ma le amministrazioni locali contestano problemi procedurali e soprattutto ritengano che non ci sia abbastanza denaro a disposizione nel secondo fondo. Forza Italia ha appena presentato un emendamento al decreto Pnrr per cancellare la misura”.