Si è parlato di fake news nella seconda parte della puntata di oggi de La Vita in Diretta. Come ci si difende da una bufala? E’ quanto si è chiesto il padrone di casa Alberto Matano che ha rivolto la domanda direttamente ai suoi ospiti in studio: “Non basta credere solo a un titolo”, ha spiegato Andrea Delogu. Il fenomeno delle fake news, divenuto ormai virale, in realtà non nasce solo dalla rete, o almeno non esclusivamente, sebbene internet abbia ulteriormente aggravato tale situazione. Marina La Rosa, presente in studio, ha detto la sua sul motivo per il quale si tenderebbe a inventarsi delle bufale: “Uno si inventa queste storie perchè vuole prendere di mira un personaggio”, ha aggiunto. Tanti gli esempi portati nel corso della trasmissione, tra cui una che ha fatto arrabbiare non poco Alberto Matano in quanto lo vedrebbe protagonista in prima persona: “Vi devo dire una cosa che mi riguarda, non è uso privato del mezzo ma mi arriva da più parti, anche mia madre si è preoccupata…”, ha detto prima di parlare di una notizia diffusa su un sito web e che titolava: “Alberto Matano, addio immediato a La Vita in Diretta? Ecco il sostituto”.
ALBERTO MATANO REPLICA ALLA FAKE NEWS SUL SUO CONTO
Dopo aver letto il titolo della news che lo riguarda, Alberto Matano ha commentato in tono giustamente infastidito: “Secondo questi siti il sostituto sarebbe stata la mia amica Mara Venier, naturalmente ci siamo fatti una grande risata. Io sono qui e faccio La Vita in Diretta però certamente tutto questo ha procurato per le persone a me vicine e chi mi conosce… sono subissato di messaggi che mi domandano se è vero, chiaramente non lo ha scritto un sito autorevole. L’hanno scritto siti che scrivono notizie finte, clicchi e loro guadagnano soldi, ma chi le crea?”, si è domandato il padrone di casa del programma di Rai1. A replicare è stato l’esperto Francesco Nicodemo che ha parlato di un vero e proprio “sistema” che ruota quasi sempre attorno a personaggi molto popolari al fine di rendere ancora più credibile la fake news. Un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso e che in passato ha portato ad interventi severi con la chiusura di centinaia di siti basati proprio sulla pubblicazione di bufale anche su argomenti molto delicati.