Alberto Mondadori è il figlio primogenito di Arnoldo Mondadori e di Andreina Monicelli. Un predestinato che si è diviso tra editoria, giornalismo e scrittura senza mai risparmiarsi. Andando a scorgere la sua biografia, il mantovano ha frequentato le scuole elementari a Verona fino alla quarta classe, per poi trasferirsi a Milano insieme alla sua famiglia. Poi, dopo il liceo, ha frequentato i corsi della Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Pavia, senza mai però giungere alla laurea.
Il suo ingresso nell’azienda di famiglia avvenne all’età di 13 anni, entrando in contatto con il cinema, tanto da scrivere e dirigere il film “I ragazzi della via Paal”, insieme al cugino Mario Monicelli. Nel 1938 decise di fondare la sua società di produzione, denominata “Montedoro Film”, in omaggio al soprannome attribuito al padre Arnoldo dal Vate Gabriele D’Annunzio.
CHI È ALBERTO MONDADORI
Tornato a dedicarsi al giornalismo, Alberto Mondadori alla fine degli anni Quaranta fondò il periodico Tempo, la cui attività fu fermata dai bombardamenti in Italia. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, si recò all’estero come inviato di guerra da Ungheria, Unione Sovietica e infine Germania. Nel secondo dopoguerra, Alberto Mondadori rientrò nell’azienda di famiglia per assumere compiti direttivi. Il primo ruolo degno di nota fu quell’alba degli anni Cinquanta, la direzione del neonato settimanale in rotocalco Epoca. Fu lui a occuparsi in prima persona dei rapporti con gli scrittori e non si limitò a quel lavoro. Alberto Mondadori decise di fondare una serie di collane – Orientamenti, Biblioteca storica, Il pensiero critico, Biblioteca moderna Mondadori, Urania – e contribuì alla fondazione della Casa della Cultura di Milano. Nel 1958 fondò la casa editrice Il saggiatore, mentre sette anni più tardi ideò con Vittorio Sereni la collana di libri tascabili Oscar Mondadori. Dedicò infine anche del tempo alla scrittura, per la precisione quattro raccolte poetiche. Nel 1976, all’età di 62 anni, morì stroncato da un infarto a Venezia, città indicata come seconda residenza nei suoi ultimi anni.