C’è anche Alberto Radius tra i protagonisti “Io tu noi: Lucio”, docufilm in onda questa sera su Rai Due. Il chitarrista fornirà una testimonianza da un punto di vista privilegiato: quella di chi ha avuto modo di collaborare a stretto contatto con un cavallo di razza come Lucio Battisti. Radius è infatti leader della Formula Tre, l’unica band che può vantarsi di aver accompagnato Lucio Battisti dal vivo. Intervistato da Il Giornale, qualche tempo fa raccontò: “Battisti lo conobbi a Roma da ragazzino, quando suonavamo in oscuri gruppetti, poi lo persi di vista. La mia carriera all’inizio non era un granchè. Era una faticaccia trovare i locali dove suonare. Un giorno ero solo nella mia stanza d’albergo a Milano, e mi guardavo nello specchio in piena depressione, però non ho mollato e mi è andata bene”. Proprio grazie a Mogol e Battisti arrivò la svolta: “Suonavo con i ragazzi al Paip’s di Milano, un locale in stile texano dove si mangiava una buona bistecca. Facevamo il nostro rock, praticamente una jam session, un suono all’avanguardia quando non c’era ancora il progressive rock. Arrivarono Mogol e Battisti cercando talenti per la loro nuova etichetta, la Numero Uno e ci presero subito. Erano dei maghi della musica, tutto quello che toccavano si trasformava in oro. Scrissero per noi un brano che divenne la sigla di chiusura del Festivalbar o di un programma del genere e quel brano, che era Questo folle sentimento, dopo due settimane era quarto nella classifica dei dischi. Così cominciammo ad avere successo”.
ALBERTO RADIUS: “LUCIO BATTISTI NON ERA TIRCHIO”
Alberto Radius ha raccontato come accadde che il suo gruppo divenne quello di “fiducia” di Battisti: “Lucio non amava molto esibirsi dal vivo ma facemmo due splendide tournée con lui nel 1970-1971. C’erano un migliaio di persone a concerto. Oggi non è nulla, ma allora era una folla oceanica. Ci siamo divertiti e abbiamo imparato molto”. In un’altra intervista, questa volta per ondarock.it, Alberto Radius spiegò il perché di alcuni giudizi poco lusinghieri nei confronti dei Formula 3: “Certo, perché odiavano Battisti e allora di riflesso non gli piaceva la Formula 3. Tutto il resto veniva di conseguenza”. E’ stata quella per sfarare un’altro falso mito su Lucio:“Ad ogni modo, con Paolo Giaccio siamo andati a cena con la Formula 3 e Battisti, qui a Milano in Via Torino dal Ghiottone, con noi che eravamo già in classifica. Cena che ha pagato Battisti (e quindi non è nemmeno vero che Lucio fosse tirchio, lui non prestava soldi perché così rischi di perdere sia l’amico che i soldi…) e durante la quale c’era un’aria brutta…insomma, Paolo non ci sopportava: fra i giovani allora c’era più politica, c’erano le fazioni, come i Beatles e i Rolling Stones…”.