L’ex difensore dell’Inter dei record, Alberto Rivolta, sta combattendo contro una terribile malattia. A svelarlo è stato lo stesso classe 1967, calciatore che fece parte della straordinaria squadra allenata da Giovanni Trapattoni, che vinse a mani basse lo scudetto 1988-1989. “Tanti tifosi si sono ricordati di me, con affetto, ora che sto combattendo una terribile malattia – spiega in un’intervista concessa al quotidiano Il Giorno – Il mio inferno è iniziato nel 1994 – prosegue – avevo tanto mal di schiena, smisi di giocare anche per quel motivo: non ce la facevo col mal di schiena, camminavo male, sbattevo contro i muri, facevo la doccia e sbandavo. La diagnosi fu: ependimoma midollare. In pratica un tumore rarissimo del sistema nervoso centrale. Però il primario del San Gerardo mi operò evitandomi la sedia a rotelle che in quei casi invece è molto probabile. La riabilitazione durò otto mesi, un periodo lungo e molto duro, ma almeno avevo trovato il dottore giusto…”.
L’EX INTER ALBERTO RIVOLTA E IL DRAMMA DELLA MALATTIA
Peccato però che dopo due anni il problema si ripresentò: “Fui costretto ad un’altra operazione – prosegue – recuperai l’uso delle gambe. E poi avanti con fisioterapia e radioterapia…”. La situazione peggiorò in maniera significativa dal 2006, quando vennero scoperte tante microlesioni a livello lombare: “Da lì al 2013 fu un calvario – continua il calciatore che in carriera ha giocato anche con Parma, Cosenza, Livorno e Seregno – ogni anno un intervento chirurgico, prima dorsale, poi lombare e anche cervicale. I medici riprovarono con la radioterapia ma dal 2013 sono paralizzato… le gambe non si muovono più”. Una serie di problemi che portarono ad alcune complicazioni anche a livello cognitivo, con Rivolta che fu costretto a sottoporsi ad una delicata operazione alla testa, nonostante parere contrario dei medici: “Ho rischiato e tutto sommato e andata bene, avendo perso solo un occhio, l’udito e la bocca storta, è andata bene”. E il popolo interista in tutti questi anni non l’ha abbandonato: “Qualche giorno fa è venuto Baresi. Malgioglio passa tutte le settimane… E poi Riccardo Ferri, Ciocci, insomma gli amici non mi hanno dimenticato. Poi è venuto anche Patrizio Sala, non me lo sarei mai aspettato”. L’affetto nerazzurro e quello della famiglia gli permettono di continuare a lottare: “La sofferenza è tanta – conclude – però è sempre un piacere quando i tifosi e gli ex compagni di squadra vengono a trovarmi. E poi sono interista fino al midollo. Non mi perdo una partita anche se sono in ospedale, spero a fine anno di poter festeggiare con loro”.