Gli avvocati della famiglia di Alice e Alberto Scagni, sono stati intervistati stamane in collegamento dal programma di Rai Uno, Storie Italiane, per parlare degli ultimi drammatici fatti, l’aggressione presso il carcere di Sanremo ad Alberto Scagni. Il detenuto, condannato per l’omicidio della sorella, è stato picchiato violentemente da due detenuti magrebini ed ora si trova in ospedale in gravi condizioni: “Non abbiamo avuto informazioni ufficiali dal carcere – spiegano gli avvocati della famiglia – noi come legali e famiglia abbiamo appreso notizie solo dai social, non sapevamo in via ufficiale che Alberto Scagni fosse stato ricoverato in codice rosso. Il professore ha confermato che le condizioni sono gravi”.
L’avvocato della famiglia Scagni ha proseguito: “Lui resterà in coma farmacologico dopo l’intervento subito per le aggressioni, ma ad oggi non abbiamo informazioni ufficiali dal carcere di Sanremo così come non abbiamo informazioni ufficiali dal carcere di Marassi in merito all’aggressione avvenuta lo scorso 14 ottobre”. Ma la famiglia può andare a trovare Alberto Scagni? “Avremmo fatto accesso anche subito ma le condizioni di salute di Scagni, intubato e in coma farmacologico, ci hanno fatto posticipare le visite a lunedì anche perchè adesso sarebbe impossibile comunicare con lui”.
ALBERTO SCAGNI MASSACRATO DI BOTTE IN CARCERE, IL COMMENTO DI ELEONORA DANIELE
Eleonora Daniele, dopo le parole degli avvocati della famiglia di Alberto Scagni, ha commentato: “Pensate a questa mamma, la mamma di Alice e Alberto, il dolore di questa donna, Antonella. Hanno provato di tutto, a farsi aiutare, si sono rivolti al centro di igiene mentale… pensavano di aver fatto tutto, mentre il fratello di Alice l’ha aspettato in strada e l’ha ammazzata ed ora il figlio è in carcere ed è in fin di vita. Pensate al dolore enorme di Antonella e del suo marito, il papà di Alice e Alberto.
“Speriamo che a breve – ha continuato Eleonora Daniele – si possano avere notizie certe e questo è paradossale, una persona viene aggredita in carcere e bisognerebbe avere diritto e accesso a tutte le informazioni. Come sia stato possibile che in una struttura carceraria già specializzata per una detenzione di un certo tipo, come sia stato possibile che Alberto Scagni sia stato ridotto in fin di vita? Ha rischiato la morte e si trova in un letto di ospedale intubato”.