In occasione della giornata del Fiocchetto Lilla, in studio a Da noi a ruota libera è stato ospite oggi Alberto Scalia, uno dei ragazzi protagonisti di “Fame D’Amore”, la docu-serie sui disturbi alimentari in onda su Rai3. La sua storia è iniziata nel periodo dell’Erasmus: “Una vacanza studio che ho fatto a Praga con l’università di Medicina, e lì dopo qualche mese ho iniziato a sentirmi più solo del solito e mi sono trovato davanti alle miei fragilità. Ero da solo in un posto diverso con altre culture alimentari e soprattutto di vita”. Quello era per lui anche un ambiente “molto attraente”, dove cercava una conferma di lui come persona. Alberto è arrivato a pesare 54 chili.



Il giovane ha sempre ammesso di odiare il suo aspetto. “E’ un vuoto dentro, non è semplice da descrivere, è una insicurezza personale come una statua vuota dentro, quindi cerchi il difetto per affermarti”, ha spiegato Alberto. Se ne è reso conto solo al ritorno dall’Erasmus, quando l’amico che gli ha salvato la vita gli ha dovuto portare la valigia.



Alberto Scalia e la lotta ai disturbi alimentari

Dall’anoressia Alberto Scalia è caduto nella bulimia: “Mi sono sentito solo come quando avevo una fase restrittiva però ero già consapevole di avere un problema quindi mi sentivo di non poterne uscire più, in una ruota, in un tunnel, senza speranza”. Invece ha avuto la lucidità di chiedere aiuto e per diverso tempo si è lasciato aiutare andando anche in comunità. Affrontare un percorso di cura di queste patologie richiede tempo ma dopo diversi mesi è uscito dalla comunità. Tuttavia ha avuto una ricaduta particolarmente grave. A salvargli la vita è stata la sua fidanzata: “E’ stato un momento difficilissimo perché anche lì tutto è nato da un sentirmi senza speranza e solo, un richiamare sempre l’attenzione anche quando avevo tante persone vicine”.



In quel momento, ha spiegato, “non ho accettato di ricadere”. In quel caso la sua ragazza ha sfondato la porta per soccorrerlo ma tra le altre persone che non lo hanno abbandonato è anche il professor Mendolicchio, psichiatra esperto dca: “Alberto è in un momento di profonda e solida ricostruzione”, ha spiegato, invitando tutti a non demordere in queste condizioni. Come vede adesso il suo futuro? “Tecnicamente ho ribaltato le scrivanie, adesso sono in un progetto di ricerca quindi il mio futuro lo vedo mettendo il mio dolore al servizio degli altri come medico”.