“Tu non sarai mai un vero attore!”. Così, nel film Permette? Alberto Sordi, la direttrice dell’accademia dove l’attore romano si iscrive per studiare recitazione boccia colui che da li a poco sarebbe diventato un grandissimo attore. Un sogno, una passione, quella di Alberto Sordi. Nel film viene ripercorsa la carriera dell’attore, con le bocciature e le difficoltà degli inizi. La sua prima esperienza in accademia infatti si rivela fallimentare, con l’espulsione rimediata a causa della sua palese parlata romanesca. Una volta tornato nella capitale, Alberto Sordi rimedia una partecipazione nel film Scipione l’Africano dove “interpreta” un soldato romano. E’ proprio nel 1937 che Alberto Sordi vince un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Alberto Sordi, icona del cinema italiano

Alberto Sordi rivive in “Permette? Alberto Sordi“, il film per la tv dedicato all’Albertone Nazionale con Edoardo Pesce. Diretto da Luca Manfredi, il film è un sentito omaggio ad uno degli attori più importanti del cinema italiano trasmesso martedì 24 marzo 2020 in prima serata su Rai1. Ad interpretare l’Albertone Nazionale è l’attore Edoardo Pesce, vincitore di David di Donatello e Nastro d’argento per Dogman. Sordi è stato e continua ad essere il cinema italiano: un uomo che si è fatto da solo e che è riuscito a diventare uno dei numeri uno al mondo. Durante una delle ultime interviste risalenti al 1989 l’attore raccontava la sua infanzia: “quand’ero ragazzino non eravamo poveri, nun ce mancava niente, papà faceva l’orchestrale, mamma era maestra. Però se magnava e ce se vestiva, e basta. Il mio sogno era la bicicletta, ma papà e mamma non me l’hanno mai potuta fare. Per la Befana me facevano la palla de gomma, e io ero felice perché rimbalzava, a differenza della palla de stracci. Poi cercavo di farmi amico il ragazzino privilegiato che c’aveva la macchinina meccanica, così magari una volta me la faceva provare. Andava bene così, gli strati sociali servono a preservarci dal risentimento”.



Alberto Sordi: “Sono diventato ricco in modo graduale”

Nato e cresciuto a Roma, Alberto Sordi non ha mai lasciato la città eterna. Un rapporto unico e mai interrotto dall’attore che, nonostante la cittadinanza onoraria di Kansas City e l’arrivo ad Hollywood, non ha mai voluto lasciare la sua amata Roma. Il successo è arrivato con calma e dedizione come ha raccontato lo stesso Sordi durante una delle sue ultime interviste: ” sono diventato ricco in modo graduale, ordinato. Era tutto previsto. Sai, io da ragazzo vivevo in un grande ottimismo, malgrado il pessimismo di papà che mi diceva di avere prudenza nelle aspirazioni, diceva: tutti mirano al successo ma solo qualche privilegiato ce la fa, tu puoi intraprendere questa carriera da artista ma devi anche prevedere che potrebbe andarti male. E io dicevo, papà ma se io mi impegno… e lui diceva, ma sì Albe’, l’impegno è un bello sprone ma poi ci vuole la fortuna”. Quella fortuna che è arrivata e l’ha baciato trasformandolo in uno degli attori più amati ed importanti del cinema italiano, un mito che ancora oggi è simbolo della nostra italianità nel mondo.



Alberto Sordi, il nipote rivela: “unico rimpianto la famiglia”

Attore di fama internazionale, Alberto Sordi è morto all’età di 82 anni dopo una carriera ricca e di grandissimi successi. Nonostante la fama, i soldi e il successo però l’Albertone Nazionale si è spento con un grande rimpianto. A rivelarlo è stato Igor Righetti, il nipote, che da Caterina Balivo ha dichiarato: “il non essersi creato una famiglia aleggiava tra familiari, ma abbiamo sempre rispettato questa sua decisione. Negli ultimi anni di vita disse a mio padre e a Pippo Baudo: ‘Probabilmente il mio più grande errore è quello di non essersi sposato'”.