Alberto Sordi era un tipo un po’ particolare, un grande artista ma sicuramente un uomo sui generis, un uomo che non è riuscito mai a scendere a patti con i sentimenti preferendo non sposarsi per evitare che le tentazioni del suo lavoro rovinassero tutti. Ad alzare il velo sull’attore ci ha pensato Paola Comin, storica collaboratrice di Alberto Sordi, che intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici” ha svelato il dietro le quinte di quello che possiamo definire il re della commedia italiana senza tacere sui suoi sentimenti e sull’idea di donna che aveva e che spesso è venuta a galla per via delle sue colleghe attrici ma anche di chi ha avuto modo di conoscerlo molto da vicino: “Devo essere sincera, era un maschilista, figlio della sua generazione. Ma aveva un grande amore e rispetto per le donne. Era maschilista perché sosteneva che il regno della donna fosse la casa, pensava che solo a casa la donna potesse essere realizzata”.
ALBERTO SORDI MASCHILISTA, PER LUI LE DONNE DOVEVANO STARE A CASA
La Comin racconta poi di Alberto Sordi e del suo genio che non era sempre infallibile a cominciare dal suo no al Maurizio Costanzo Show convinto che l’idea del giornalista non era vincente a finire al suo riposo pomeridiano al quale davvero non voleva rinunciare nemmeno quando si trovava in giro per il mondo: “Si chiudeva in camera, anche se eravamo in giro per il mondo, a casa sua o in albergo, veniva che venissero chiuse tutte le persiane, e doveva fare il suo riposino, completamente al buio. Si metteva il pigiama e andava a dormire, se entrava la luce gli dava fastidio. Quando girava dormiva nel camper o in camerino, mangiava velocemente e poi si faceva mezzora, quaranta minuti di riposino. Altrimenti non riusciva a reggere la giornata”.