Per l’omicidio di Chiara Poggi, il fidanzato Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di carcere ma dopo soli 5 anni il giovane, recluso nel carcere di Bollate dal 12 dicembre 2015, ha chiesto di poter uscire per svolgere il lavoro all’esterno. Una richiesta che ha inevitabilmente provocato la reazione della madre della vittima uccisa a Garlasco. “Cosa vuole che le dica? La legge è questa, certo a noi spiace. Sembra un po’ presto però la legge è questa”, si era limitata a commentare, visibilmente amareggiata, la donna contattata telefonicamente dalla trasmissione Iceberg Lombardia che è tornata sulla vicenda nell’ultima puntata.

Alberto Stasi aveva provato invano per tre volte a rimettere in discussione il verdetto con due richieste di revisione del processo ed un ricorso straordinario. Vittorio Feltri, sul caso, ha sposato le parole della madre di Chiara Poggi ribadendo quanto previsto dalla legge ed ha aggiunto: “Sono convinto che Stasi sia stato condannato senza una prova e adesso ve lo dimostro”.

Alberto Stasi, secondo Feltri “incastrato in Cassazione”

Il fondatore di Libero, Vittorio Feltri, in collegamento con la trasmissione di Telelombardia ha ripercorso la vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Garlasco, ricordato come in primo grado Alberto Stasi sia stato assolto con formula piena dall’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi. Lo stesso accadde anche in Appello, salvo poi giungere in Cassazione dove “fu incastrato”.

Alla luce di ciò Feltri si è domandato: “Mi spiegate per quale motivo ci sono dei giudici deficienti che assolvono, dei giudici deficienti che assolvono una seconda volta e poi arrivano i giudici terzi che invece condannato Stati?”. Il giornalista ha proseguito con la sua posizione ribadendo la sua totale convinzione nell’innocenza del ragazzo e aggiungendo: “Io non lo avrei mai condannato come fece il primo e secondo grado di giudizio”. Intanto il legale di Alberto sarebbero già al lavoro sulla richiesta di lavoro all’esterno che dovrà poi essere valutata dal tribunale di sorveglianza.