La Procura vuole vederci chiaro sulla morte di Teodosio Losito. Si spiega così la raffica di interrogatori che a breve, tempo pochi giorni, vedrà protagonista anche l’ex compagno dello sceneggiatore della Ares Film trovato senza vita l’8 gennaio 2019. Il pm Carlo Villani, come riportato dal Corriere della Sera, ha intenzione di convocarlo per fare luce sulle ragioni che spinsero Losito a togliersi la vita impiccandosi con la sciarpa della mamma nella villa di Zagarolo. Tarallo, per il momento, si toglie soltanto qualche sassolino, lasciando trapelare, in risposta alle dichiarazioni di alcuni vip facenti parte in passato della scuderia Ares, che “Lucifero non esiste, non è mai esistito. E di certo non sono io“. Un riferimento esplicito alle parole pronunciate, per esempio, all’interno della Casa del Grande Fratello Vip da Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, entrambi intenti ad evocare l’ombra di un “Innominabile” che avrebbe controllato le loro vite prendendosi in cambio la loro anima.



Alberto Tarallo: “Ecco cosa pensava Teodosio di Gabriel Garko”

“Lui è il Male”, avevano sentenziato i due ex gieffini, ma Alberto Tarallo – da subito additato come il destinatario di quei riferimenti – non ci sta e replica. Per lui si tratta solamente della “vendetta miserabile di attorucoli senza né arte né parte, che dopo di noi non hanno mai più lavorato“. Adua, ad esempio, è solo “una sventurata che non sa quel che dice”. Massimiliano Morra? “Quello che poi, uscito dalla Casa, ha cambiato idea e mi ha chiesto scusa“. Su Gabriel Garko, Tarallo lascia parlare una vecchia lettera di Teodosio, che il Corriere ha potuto solo ascoltare, in cui Losito rivolgendosi all’attore rievoca gli esordi complicati: “Caro Gabriel… ai provini ti schifavano, non interessavi, non bastava essere il più bello d’Italia. Non ti voleva nessuno, noi per te abbiamo messo a rischio il nostro lavoro. Alberto ti ha mascolinizzato. Sei una persona molto arida. Hai saputo mettere le persone una contro l’altra, con i tuoi comportamenti da mign…“.



Alberto Tarallo e l’eredità di Teodosio Lesito

Alberto Tarallo continua: “Nessuna costrizione, solo una certa disciplina, giusta contropartita di compensi stellari. Anche a me piacerebbe guadagnare centinaia di migliaia di euro senza sacrifici o rinunce, però nello spettacolo non funziona così. Garko e la Grimaldi avrebbero voluto rendere pubblico il proprio vero orientamento sessuale, in contrasto con i personaggi che interpretavano. Ma il pubblico delle fiction non glielo avrebbe mai perdonato, lo sapevano benissimo“. Respinte al mittente anche le accuse di essersi impossessato di una presunta eredità da 7 milioni di euro di Losito, con il fratello Giuseppe che reclama una perizia grafologica e gli contende l’assicurazione sulla vita da 300mila euro, oltre a sostenere l’esistenza di un testamento ancora più recente. Tarallo, però, la vede diversamente: “Pur sconsigliato, ho accettato l’eredità sebbene ci fossero più debiti che soldi, per occuparmi di lui anche dopo la sua morte, il mio ultimo gesto d’amore per Teo“.

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