Il professor Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva generale e cardiovascolare del San Raffaele di Milano, ieri ha replicato alle parole di Anthony Fauci con un tweet al vetriolo: “Caro Scienziato, il tema fondamentale è il rischio, ben differente, tra vaccinati e non, di finire in ospedale. Nessuno te lo ha spiegato nel tuo Paese?”. Un attacco frontale successivo alle affermazioni dell’esperto statunitense, il quale ha affermato che il livello di virus nei vaccinati che si infettano è esattamente lo stesso rispetto al livello di virus nelle persone non vaccinate.



Un concetto inesatto e vero “solo all’inizio del contagio – ha affermato Zangrillo sulle colonne dell’edizione odierna del quotidiano ‘Libero’ –. Ciò che conta è quanto accade dopo. Un conto è avere il virus con variante Delta nelle mucose delle prime vie aeree, un altro è contrarre la malattia. Se sono vaccinato, può anche darsi che in una prima fase il virus possa replicarsi e darmi una sintomatologia in forma lieve. Ma sicuramente, grazie al vaccino, avrò intanto prodotto le cosiddette immunoglobuline sistemiche G ed M che impediranno al virus di replicarsi ancora. E quindi il virus molto presto scomparirà in me che sono vaccinato”. Invece, in un non vaccinato, il virus potrà spostarsi dalle prime vie aeree ai polmoni e dare origine alla forma grave, come confermano i dati clinici: ad oggi in tutti gli ospedali italiani “i vaccinati non vengono ricoverati e nemmeno finiscono in terapia intensiva”.

ALBERTO ZANGRILLO: “ARGOMENTO BUONO PER I NO VAX”

Sulle colonne di “Libero”, Alberto Zangrillo ha sottolineato che Fauci ha posto un accento eccessivo sul fatto che il livello di virus sia uguale negli immunizzati e nei non immunizzati e lo ha fatto “per veicolare il concetto che anche i non vaccinati debbano mettere la mascherina. Ma, così facendo, è stato incauto, dando un argomento buono per i no vax. Il clima da loro alimentato è pericoloso e prima o poi farà succedere qualcosa di grave”.

Tuttavia, il professore ha invitato gli italiani a non abbassare la guardia, poiché la variante Delta è molto contagiosa e non è escluso che presto possa irrompere sullo scenario epidemiologico nostrano una variante nuova e sconosciuta: “Questo appartiene alla sfera del plausibile, ma imponderabile. È già successo, ma non è detto che debba succedere ancora”. Infine, una battuta sulle cure tempestive, che non rappresentano un’alternativa ai vaccini, ma sono da intendersi del tutto complementari e devono coesistere con essi.