Se la sanità non ha abbastanza fondi è colpa dei “malviventi che evadono il Fisco”. A dirlo è Alberto Zangrillo, capo dipartimento cardio-vascolare dell’ospedale San Raffaele. “Chi non paga le tasse per me è un ladro: beneficia di cure gratuite senza contribuire a pagarle” sottolinea al Corriere. Dunque per il budget insufficiente “gli evasori sono i primi colpevoli, ma la politica non ne esce bene. Che sia di centrodestra come oggi o di centrosinistra come in passato”. Per il medico, anche un commento sull’appello a difesa della sanità pubblica, firmato dai 14 scienziati più importanti d’Italia, tra i quali il premio Nobel Parisi: “Ho letto l’appello e sono d’accordo che il sistema sanitario, oggettivamente in affanno e con risorse insufficienti, vada tutelato perché la salute è il bene supremo”.
Zangrillo non ha però ancora firmato l’appello: “Io voglio evitare che venga fatta l’equazione “Salviamo il sistema sanitario” uguale “Salviamo solo gli ospedali pubblici””. Secondo l’esperto, la stessa attenzione va riservata anche al privato: “Io la vedo come se ci fosse un padre che ha due figli e decide di prendersi cura solo di uno dei due. Ecco per me il rischio in questo momento è che gli ospedali privati accreditati, che fanno parte a pieno titolo del servizio sanitario nazionale, vengano trascurati e sottovalutati nella loro funzione”.
Zangrillo: “I privati aiuteranno il SSN”
Il San Raffaele è pronto a fare la sua parte per salvare il Sistema sanitario nazionale. A dirlo è Alberto Zangrillo che parla anche “a nome di tutti i 18 ospedali del Gruppo San Donato, il primo operatore della Sanità privata accreditata in Italia”. Questo perché davanti a una crisi come quella che ha colpito il sistema sanitario nazionale, secondo l’esperto “bisogna ragionare tutti insieme sulle cause per trovare soluzioni. Senza ideologia, ma in modo pragmatico”. Zangrillo, che dirige il dipartimento cardio-vascolare dell’ospedale San Raffaele, aggiunge al Corriere: “Il privato accreditato ha il diritto di dire la sua e di essere ascoltato e anche, semmai, di essere corretto. Va ricordato in ogni caso che i privati accreditati hanno un tetto di spesa annuale che limita l’offerta di prestazioni pubbliche che possono erogare”.
Curarsi, in Italia, è diventato un lusso. Zangrillo però non è d’accorso sulla narrazione degli ospedali privati come trappola per ricchi: “Il mio cellulare è un ambulatorio virtuale aperto 365 giorni l’anno per chiunque. E al San Raffaele sono curati migliaia di pazienti non benestanti. Non cado nella trappola di chi sostiene che è solo il pubblico che vale e che gli altri sono furbacchioni che vogliono arricchirsi”. È pur vero, però, che chi paga ha prestazioni in poco tempo mentre chi non ha i soldi, aspetta mesi e forse anni: “È per questo che oggi più che mai serve il coraggio delle scelte. Che vuol dire anche premiare gli ospedali migliori e chiudere quelli inutili e soprattutto pericolosi perché svolgono poca attività”.