Kurti: “In Kosovo crescita economica e democrazia di pari passo”
Albin Kurti, primo Ministro del Kosovo, ha parlato sulle pagine de Le Monde del suo Paese, non riconosciuto dalla Serbia e da altre cinque Nazioni nell’Unione Europea. Eletto nel 2021 con la promessa di lottare contro la corruzione, Kurti vuole rafforzare la sovranità del Kosovo nel Nord, dove vive la maggior parte della popolazione serba, la minoranza nel Paese. “Il Kosovo non è un Paese grande, ma è un esempio che crescita economica e democrazia possono andare di pari passo. Nel 2022 abbiamo registrato una crescita del 4% e le esportazioni sono aumentate del 23% rispetto all’anno precedente. Le entrate fiscali crescono del 22%, effetto della lotta alla corruzione” ha spiegato il Premier.
Il primo ministro ha analizzato poi altri dati: “Abbiamo condotto 850 operazioni di polizia contro la criminalità organizzata e la corruzione. Nell’indice di Transparency International abbiamo guadagnato venti posizioni in due anni, tra il 2020 e il 2022. Ma il Paese vede partire migliaia di giovani ogni anno… Alcuni se ne vanno, ma altri tornano. Due dei miei ministri sono tornati dall’estero. E mi sforzo di riportare nelle istituzioni del Paese laureati con know-how acquisito nei Paesi occidentali. Un terzo dei kosovari non risiede nel Paese; il contributo finanziario della diaspora rappresenta il 20% del PIL. È enorme”.
Kurti: “L’UE è nel nostro destino”
La liberalizzazione dei visti Schengen per i kosovari, secondo Albin Kurti, non rischia di accentuare la “diaspora”: “Non credo. Le persone che vogliono andarsene lo stanno già facendo. Ciò che è ingiusto è che devono pagare per farlo”. A dicembre, Il Kosovo ha presentato una domanda ufficiale di adesione all’UE. Cinque paesi membri – Spagna, Cipro, Slovacchia, Grecia e Romania – non riconoscono però l’indipendenza del Paese. “Lavoro sodo per convincerli a cambiare idea. Sono una minoranza, ma hanno potere di veto. Nel 2010, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che la nostra dichiarazione di indipendenza non violava il diritto internazionale: per noi non si può tornare indietro. L’UE è il nostro destino. Includendo noi e gli altri paesi dei Balcani occidentali, l’UE difende l’Europa. Prevediamo di raggiungere questo obiettivo in nove anni, che è il tempo medio per entrare nell’Unione Europea!”.
Sono molte le tensioni nel confine tra Kosovo e Serbia, dove vive la maggior parte delle persone di minoranza serba del Kosovo. Kurti ha spiegato a Le Monde: “Nel 2022 abbiamo chiuso diversi valichi di contrabbando utilizzati da strutture serbe illegali. Abbiamo distrutto laboratori di droga e criptovalute. In rappresaglia per questa dimostrazione dello stato di diritto, i serbi hanno eretto barricate al confine. Sostengo, in linea di principio, il piano attualmente sostenuto dall’UE, in particolare Francia e Germania, che insiste sulla democrazia, l’integrità territoriale, la sovranità, lo stato di diritto, l’autodeterminazione… Prevede il riconoscimento de facto tra i due paesi, come quello che fu fatto tra le due Germanie nel 1972″.