Produttori italiani di vino in rivolta per una risoluzione del Parlamento Ue che è stata approvata giovedì. Non è vincolante, ma sta facendo comunque discutere, perché va oltre l’intenzione del piano contro il cancro della Commissione europea di combattere l’abuso (non il consumo) con etichettatura e tassazione nel 2022. «Non esiste un livello sicuro di consumo di alcol e se ne dovrebbe tenere conto nel progettare le politiche di prevenzione Ue contro i tumori», hanno scritto gli eurodeputati della commissione straordinaria contro il cancro (Beca) guidata dall’oncologa francese Véronique Trillet-Lenoir di La République en Marche. La frase riguardante l’assenza di un «livello sicuro» di consumo è stata aggiunta tramite emendamenti degli eurodeputati durante la discussione del testo iniziale proposto dalla presidente, in cui si ricorda che «l’IARC ha classificato l’etanolo e l’acetaldeide contenuti nelle bevande alcoliche come cancerogeni per l’essere umano e che in Europa circa il 10 % di tutti i casi di cancro negli uomini e il 3% di tutti i casi di cancro nelle donne sono riconducibili al consumo di alcol».



Quindi, si incoraggiano Commissione Ue e Stati a promuovere iniziative per «ridurre e prevenire i danni provocati dall’alcol nel quadro della revisione della strategia europea sull’alcol». Da qui anche la proposta di offrire ai consumatori le informazioni giuste migliorando l’etichettatura delle bevande alcoliche includendo avvertenze ben visibili e introducendo l’indicazione obbligatoria degli ingredienti e delle informazioni nutrizionali. Tra le proposte anche quella di «proibire la pubblicità di bevande alcoliche in occasione degli eventi sportivi e la sponsorizzazione di manifestazioni sportive da parte di produttori di bevande alcoliche».



RISOLUZIONE PARLAMENTO UE SU ALCOL: BATTAGLIA ITALIA

L’Italia ora promette battaglia. I produttori e viticoltori del Vigneto Italia intendono mobilitare gli eurodeputati italiani e sollecitare anche l’intervento del premier Mario Draghi affinché si faccia carico di inserire tra i dossier prioritari anche la difesa di «molte categorie di prodotti alimentari e di un intero modello di consumo e stile di vita italiano che sono stati messi sotto attacco». L’appello per ora è stato già raccolto dal sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio della Lega, secondo cui «affermare che non esiste un livello “sicuro” di consumo, con tutte le azioni che ne dovrebbero conseguire a livello comunitario, oltre che un approccio semplicistico e fuorviante, si tradurrebbe in un ingente danno per il nostro Made in Italy».



Ma non è solo una questione economica. Il vino fa parte della dieta mediterranea, «una dieta sana ed equilibrata e che è anche patrimonio immateriale dell’umanità». Quindi, evidenzia Centinaio, «non si tratta di non avere a cuore la salute pubblica o non preoccuparsi di ridurre il rischio di malattie come il cancro».