Aldo Callà è un giovane pittore (classe 1989) che ha tramutato la sua passione per tele e colori in una professione. Una scintilla scoccata in tenera età e che gli ha suggerito come la strada giusta da percorrere fosse quella che lo portava lontano da casa, sulle tracce di un obiettivo ben preciso: vivere di sola arte e veicolarla nel mondo. IlSussidiario.net l’ha intervistato in esclusiva.
Da dove comincia il viaggio verso l’arte di Aldo Callà?
Parte da Galatro Terme, un paese di 800 abitanti in provincia di Reggio Calabria. Sono cresciuto lì, pur essendo nato a Messina, e poi all’età di 17 anni ho deciso di seguire la mia vocazione pittorica. Mi sono quindi trasferito, nonostante la ferma opposizione della mia famiglia, e ho iniziato a cercare un luogo in cui poter fare arte e basta, esprimendola e condividendola con gli altri. Ero giovane e in totale buona fede, ritenevo bastasse la grande città per poter emergere.
E invece?
Invece così non è stato. Dovunque andassi c’erano sempre porte chiuse, nessuno intendeva scommettere su un giovane pittore. Tutto era a pagamento: vuoi esporre? Devi pagare. Vuoi fare una personale? Devi pagare. C’è stato uno switch totale del cliente finale della galleria: i collezionisti sono una figura sostanzialmente estinta, ora sono gli artisti a dover investire, nella speranza di farsi notare.
Mantenersi a Milano, città in cui risiedi, peraltro non è semplice.
No, infatti ho svolto diversi lavori per riuscirci. Ero anche divenuto door selector presso un club e, così, arrivavo a fine mese. Poi, con l’avvento della pandemia, ho dovuto puntare tutto sull’arte.
Questa scelta ha comportato anche una svolta social?
Sì, ma a dirla tutta in prima battuta non ero dell’idea di pubblicare le mie opere sui social media, in quanto sono convinto che, se non ci si trova a un metro di distanza dall’opera, non si capiranno mai determinate sue sfumature, né si potranno cogliere particolari giochi di luce che sbocciano sulla tela esclusivamente in un certo momento del giorno. Una fotografia online è statica e non consente una comprensione a tutto tondo.
Però?
Però questo concetto mi limitava un sacco e mi sono dovuto adattare. Ho così iniziato a pubblicare i miei quadri online, su Instagram e su Tik Tok, senza troppe aspettative. Sono quindici anni che dipingo, non mi considero più un esordiente, ergo non credevo di avere riscontro. Invece, con mia grande sorpresa, i risultati sono stati positivi e mi hanno incoraggiato a ideare un nuovo format.
Di cosa si tratta?
Per ogni mia opera, realizzo un video, che pubblico poi sul profilo Tik Tok. In esso spiego il significato del quadro, o meglio, ciò che volevo trasmettere nel momento in cui lo stavo dipingendo, abbinando immagini evocative ed estrapolate della quotidianità, come ad esempio una via di Milano. Un’esperienza per me lacerante, perché comporta un ulteriore lavoro di introspezione che un pittore non dovrebbe mai essere chiamato a fare. I numeri, però, premiano e provo grande soddisfazione quando osservo che un mio singolo filmato ha raggiunto 300mila visualizzazioni.
Sui social compari come Aldo Callà, ma ti fai anche chiamare “Pittore ancora vivo”: qual è il significato di quest’espressione?
In realtà è più semplice di quanto si possa ipotizzare. Se ci si ferma a ragionare attentamente sull’arte e sulla sua storia, si noterà che ogni pittore trascorre un’esistenza tendenzialmente nell’anonimato, da perfetto sconosciuto, senza essere valorizzato per il proprio talento. Alla sua morte, però, tutti si accorgono del suo genio e l’irripetibilità delle sue opere conferisce loro prestigio e valore. Ecco, a me piacerebbe mutare questo concetto e fare in modo che un artista possa ricevere il plauso del pubblico e della critica quando, appunto, è ‘ancora vivo’.
Il tuo talento è di famiglia oppure sei autodidatta?
Non mi definisco autodidatta, perché ho avuto la fortuna di avere uno zio docente di storia dell’arte, al quale ero molto legato. Purtroppo se n’è andato quand’era davvero troppo giovane, ma ha fatto in tempo a trasmettermi le sue nozioni circa le tecniche e i processi creativi in ambito pittorico. Prima di dipingere, occorre ascoltarsi, percepire nel profondo ciò che si sta provando, individuare il colore adatto a rappresentarlo. Io e lui facevamo lunghi viaggi in automobile, durante i quali mi narrava le vite dei pittori: è stato allora che ho compreso quanto sia fondamentale conoscere le loro biografie, per scovare i reali significati che si celando dietro ai quadri.
Hai individuato tra i grandi pittori del passato un tuo modello di riferimento?
Ne ho più di uno. Marc Chagall mi piace moltissimo, in quanto aveva un modo unico di far immaginare il suo mondo introspettivo, mostrando al tempo stesso anche ciò che c’era fuori. Amo poi Amedeo Modigliani per le forme che sapeva conferire ai corpi e anche Vincent Van Gogh.
A quale corrente artistica sente di appartenere Aldo Callà?
All’alba della mia carriera non prestavo troppa attenzione alle contaminazioni, pensavo solo a dipingere ciò che mi piaceva. Adesso posso invece asserire che nei miei quadri è rintracciabile una componente di astrattismo, che predomina nel contesto della tela, abbinata a dettagli di matrice espressionista e impressionista che si intersecano tra di loro.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro e quale direzione speri che possa prendere l’arte italiana?
In questo 2022 ho innanzitutto l’obiettivo di realizzare la mia prima personale. Quando si è pittori, si conduce una vita nella quale l’intento è quello di fare conoscere la propria arte, regalando piacere estetico. Personalmente, sono felice se riesco a scorgere negli occhi di chi osserva la mia tela il 50% dell’emozione che ho provato io nel dipingerla, anche se a volte è difficile recidere quel cordone ombelicale che mi lega all’opera. Non mi ritengo ancora un artista, credo che serva ancora un po’ di tempo prima che tale sostantivo possa essere associato al mio nome. Sono però un pittore e, in quanto tale, noto con dispiacere che noi italiani siamo i migliori a fregiarci del nostro patrimonio artistico e culturale, a esaltarne la bellezza e la genialità, ma siamo al tempo stesso affetti da miopia. Il nostro pensiero si ferma lì, non riesce a valicare la barriera eretta dai fasti del passato e nessuno si cura del presente. Un trend che, a mio avviso, bisogna invertire al più presto.
La pittura e l’arte di Aldo Callà possono essere ammirate sul suo sito internet www.pittoreancoravivo.com e sui suoi profili social (Tik Tok e Instagram).
(Alessandro Nidi)