Aldo Cazzullo trascorrerà il Santo Natale in famiglia: “Torna mia figlia da Berlino, farà il tampone… questa è la prova della vita che deve essere un punto alto in cui tutti devono dare il meglio di sé”. Lo ha detto oggi il giornalista e ospite a Domenica In nello spazio dedicato all’informazione legata all’emergenza Coronavirus in Italia e non solo. Per Cazzullo la Merkel ha preso la decisione migliore, ovvero quella di imporre il lockdown generale in Germania dal prossimo mercoledì. Una decisione presa da una donna “non sempre simpatica” ma appunto, donna, come ribadito da Cazzullo. Mentre qui in Italia, nonostante le regole, “qualche errore è stato commesso”, ha proseguito, ma, ha poi ammesso tornando sul concetto delle donne, “siamo stati salvati grazie al lavoro straordinario di molte donne, dalle dottoresse alle farmaciste passando per le cassiere, le mamme e le nonne. E non è un caso se il primo tampone lo ha fatto una dottoressa”, ha ricordato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ALDO CAZZULLO OSPITE DI DOMENICA IN

Tanto spazio all’informazione nella puntata di oggi di Domenica In: ospite di Mara Venier è dunque Aldo Cazzullo, giornalista e firma del Corriere della Sera che avrà modo di intervenire sui temi più scottanti dell’attualità. Non è da escludere che Cazzullo fornisca il suo personale ricordo di Paolo Rossi, il campione del mondo ’82 scomparso pochi giorni fa che venendo a mancare ha straziato il cuore degli italiani e del quale ieri si sono celebrati i funerali. E proprio un’immagine dell’ultimo saluto a Pablito ha colpito particolarmente Cazzullo, intervenuto sul Corriere della Sera con un articolo molto commovente: “Oggi abbiamo finalmente capito perché l’Italia vinse il Mondiale del 1982. L’immagine straziante di Marco Tardelli e Antonio Cabrini, invecchiati e addolorati, che portano la bara di Paolo Rossi; il racconto di calciatori che non erano mai stati suoi compagni in un club, e ai quali lui aveva tolto il posto in Nazionale, come Ciccio Graziani e Sandro Altobelli; le parole di campioni venuti dopo, da Paolo Maldini – «era il mio eroe» – a Roberto Baggio: «Rossi ha regalato il Mondiale agli italiani, cosa che non è riuscita a me». Tutti dicono in sostanza la stessa cosa: quella del 1982 era una vera squadra; ed era un gruppo di amici”.



ALDO CAZZULLO: “CON PAOLO ROSSI E’ MORTA UNA PARTE DI NOI STESSI”

L’intervento di Aldo Cazzullo è poi proseguito indagando le ragioni che hanno portato milioni di italiani a rattristarsi per la morte di Paolo Rossi, probabilmente al di là dell’immensa gratitudine riservata al principale artefice della più grande gioia sportiva che il Paese ricordi: la vittoria del Mundial 1982. Questa la spiegazione fornita da Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera: “Ogni italiano si è sentito chiamare con il suo nome – paolorossi – almeno una volta nella vita, in molti Paesi e per molti estati. Per questo, se è vero che a ogni funerale ognuno piange anche la propria morte, al funerale di Paolo Rossi non solo i ragazzi dell’82, ma pure noi abbiamo perso qualcuno e qualcosa: una persona cara, e una parte di noi stessi.

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