ALDO FABRIZI, CHI È IL SIMBOLO DELLA ROMANITA’ SULLE SCENE?
Aldo Fabrizi, chi è e com’è morto l’attore, regista e comico romano, simbolo della romanità nel panorama dello showbiz del secolo scorso e probabilmente protagonista della nuova puntata di Techetechetè? Questa sera, infatti, a partire dalle ore 20.35 su Rai 1, nel format estivo del servizio pubblico che propone, tra amarcord e riscoperta di vecchie ‘perle’, i momenti più emozionanti della storia della televisione italiana ci sarà spazio anche per il poliedrico cabarettista e produttore originario di Roma (1905-1990) che compare nel promo del programma, che avrà a tema la disco music televisiva. Nel video, infatti, Aldo Fabrizi si vede ballare in una delle puntate di “Speciale per Noi”, uno show andato in onda nel 1971 in sette appuntamenti e che godeva alla conduzione di alcuni comici che andavano per la maggiore all’epoca e che si esibivano anche in buffi balletti coreografati da Don Lurio.
Assieme al compianto Alberto Sordi e oggi a Carlo Verdone, Aldo Fabrizi rappresenta da sempre non solo uno dei capisaldi della comicità romana e di una ‘scuola’ che ha avuto illustri interpreti sui palcoscenici teatrali e televisivi, oltre che cinematografici, nel Novecento ma anche uno dei volti maggiormente noti del piccolo schermo in Italia nella sua età pionieristica.
COM’E’ MORTO ALDO FABRIZI? “TOLTO DA QUESTO MONDO TROPPO AL DENTE”
Ma com’è morto Aldo Fabrizi? Ci ha lasciato oramai oltre 24 anni fa, spegnendosi nella sua abitazione Roma all’età di 84 anni: la causa della morte, in un fisico già provato dall’età, e col diretto interessato che oramai da qualche tempo aveva ridotto le sue apparizioni sulle scene, era stata un’insufficienza cardiaca. Morto il 2 aprile del 1990, Aldo Fabrizi fu tumulato in una cappella al Cimitero del Verano ma attorno alla sua scomparsa c’è comunque un aneddoto che strappa il sorriso.
Infatti, non tutti sanno ad esempio che dopo il funerale, celebrato due giorni dopo la morte nella Basilicata di San Lorenzo in Damaso, Aldo Fabrizi fu tumulato in una cappella che riportava il fulminante epitaffio da lui stesso voluto, e che dava bene l’idea del personaggio anche a quei pochi che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, o anche alle nuove generazioni. Innanzitutto, se all’ingresso della sopra citata cappella si riporta la dicitura “Aldo Fabrizi”, all’interno e sulla lapida è presente il suo nome vero “Fabbrizi”, con due ‘b’ e poi l’iscrizione sepolcrale che l’attore capitolino aveva scelto. “Tolto da questo mondo troppo al dente” si legge, con una buona dose di autoironia e forse anche a ricordare la passione di Aldo per la buona cucina e in particolare quella romana tanto che pastasciutta e altre pietanze erano comparse sovente nei suoi sketch.
Ma chi è stato Aldo Fabrizi sulle scene e cosa possiamo raccontare, in sintesi, di una lunghissima carriera che lo ha visto disimpegnarsi in tante vesti e in show e programmi anche molto diversi tra loro? Nato nel 1905 da una famiglia non certo agiata e rimasto orfano di padre, Aldo Fabrizi esordì alla fine degli Anni Venti come poeta grazie a dei componimenti in romanesco e poi nel 1942 al cinema come attore nel film “Avanti c’è posto…” di Mario Bonnard. Sarà l’inizio di un percorso straordinario che lo vedrà recitare anche nel capolavoro di Roberto Rossellini, “Roma città aperta”, e in tanti film della commedia all’italiana, spesso come spalla comica di Totò. Sposato con Beatrice Rocchi 1904-1981), nota cantante di varietà, ebbe da lei i figli Massimo e Wilma. Già cagionevole di salute nel 1989, quando si sparse la notizia (falsa) della morte su cui lui ebbe modo di fare ironia, Fabrizi ci ha salutato l’anno dopo per davvero, senza perdere però il sorriso con quel celebre epitaffio.