L’editoriale di Aldo Grasso sul Corriere della Sera dopo l’ultimo verdetto sulla strage di Erba è diventato un caso, perché c’è stato un prolungato botta e risposta tra il giornalista e Davide Parenti, autore de Le Iene. Il giornalista ha scritto che stampa e tv devono indagare ed evidenziare eventuali errori e incongruenze nelle sentenze, quel che non devono fare invece è proporre processi alternativi «basati più sul sensazionalismo» che sui fatti. Per Aldo Grasso i verdetti vanno rispettati, mentre la giustizia televisiva è diversa, fatta di «suggestioni, moralismi, supposizioni», in alcuni casi di «motivi personali legati alla visibilità». Parole che non sono piaciute a Davide Parenti, il quale ha replicato con una lettera pubblicata dal Corriere in cui ribadisce che ciò che ha fatto il programma è far emergere «molti ragionevoli dubbi» partendo da fatti su cui nessuno è entrato nel merito, tirando in ballo anche i giudici di Brescia.

L’autore sostiene che Aldo Grasso, anziché entrare nel merito dei punti sollevati da Le Iene, abbia solo usato «argomenti retorici basati su assiomi», cioè i tre gradi di giudizio, l’infallibilità della magistratura e la presunta intenzione della trasmissione di fare ascolti cavalcando facili consensi. Davide Parenti difende anche il lavoro del giornalismo, che ha anche il compito di mettere in discussione ciò che fanno gli altri poteri statali, anche per questo esistono le inchieste, visto che i giudici sono fallibili e che la Costituzione prevede la correzione degli errori giudiziari. L’autore del programma Mediaset nella prima replica conclude ricordando che la verità processuale può anche non coincidere con quella fattuale.

IL BOTTA E RISPOSTA TRA ALDO GRASSO E DAVIDE PARENTI

Altrettanto piccata è la risposta di Aldo Grasso, che punge Davide Parenti su un nervo scoperto: il “metodo Iene” di cui si parla da tempo, lo stesso per il quale Selvaggia Lucarelli li ha spesso attaccati. «Non sapevo foste giornalisti, o vi dichiarate tali solo quando vi fa comodo?», il primo attacco del giornalista del Corriere della Sera, che poi arriva al metodo Iene, che «consiste non nel fare serie inchieste ma nel cercare argomenti che generino paura, indignazione, compassione se si tratta di malattie», con l’obiettivo di mettere in dubbio l’affidabilità degli scienziati e la credibilità delle istituzioni. Aldo Grasso cita esplicitamente i casi Stamina e i vaccini, ma torna anche sulla «lapidazione del regista Brizzi», un metodo che ritiene abbia fatto «troppi danni».

La contro-replica di Davide Parenti stavolta arriva sulle colonne di Dagospia, accusando Aldo Grasso di usare lo stesso schema: non entrare nel merito, lanciare attacchi retorici dovuti anche al fatto che non conosce il lavoro delle Iene. Per questo nella replica cita alcuni dei casi che sono stati al centro dei loro servizi nei 27 anni di storia del programma, per poi concludere: «Questi sono solo alcuni de ‘i danni’ del metodo Iene. Non ignoriamo nessun suggerimento né critica – si può sempre fare meglio – purché siano utili, circostanziati e dati in buona fede».