Anche Aldo Grasso per Corriere Tv è intervenuto sul cosiddetto AresGate esploso nei giorni scorsi sui social. In alcuni programmi tv tra cui Pomeriggio 5 e Mattino Cinque, dopo le dichiarazioni choc di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra al GF Vip si è parlato di una presunta setta segreta, di una struttura di controllo che farebbe capo al produttore Alberto Tarallo, alla cui società, la Ares Film, si devono le principali fiction di successo di casa Mediaset. Grasso fa notare però come poco dopo sia “caduto un po’ il silenziatore”. Ma chi è realmente Alberto Tarallo? “E’ appunto un produttore”, spiega il critico televisivo Aldo Grasso, il quale insieme allo sceneggiatore Teodosio Losito ha realizzato alcune delle fiction più amate andate in onda su Canale 5, da “L’onore e il rispetto” a “Il Peccato e la Vergogna” passando per “Sangue caldo”. Tutte queste fiction avevano una caratteristica che le accomunava. A spiegarlo è ancora Grasso: “Innanzitutto erano interpretate quasi tutte da Gabriel Garko e Manuela Arcuri e questo vi dice già il livello di recitazione e poi erano dichiaratamente dei romanzi popolari e cioè di quelle serie in cui c’è enfasi narrativa, sentimentale, di scrittura”.



ALDO GRASSO PARLA DELLA COPPIA TARALLO-LOSITO

Il critico Aldo Grasso ha evidenziato come i programmi sopra citati non avrebbero avuto particolare successo e mentre Mediaset fino a quel momento nell’ambito della fiction era stata molto innovativa rispetto alla concorrente Rai, con questi prodotti, spiega Grasso, “la struttura produttiva di Mediaset è decaduta” e soprattutto, in questo momento “non fanno più fiction, fanno soprattutto dei reality”. Aldo Grasso pone l’accento proprio su questo ultimo punto di vista: “la coppia Tarallo-Losito è stata nefasta dal punto di vista della fiction Mediaset”, aggiunge, “facendo sì che un livello di eccellenza svanisse nel nulla”. Nel frattempo, negli ultimi giorni sono sempre più gli attori che in passato sono stati tra i protagonisti di alcune fiction Ares Film, e che sono intervenuti in difesa di Alberto Tarallo, prendendo le distanze dall’ipotesi di una presunta setta, da Francesco Testi (“Solo a sentire la parola mi viene da ridere, è una cosa ridicola”) a Manuela Arcuri (“Una setta? Hanno detto cose pesantissime. Sono senza parole”).



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