Aldo Montano a Verissimo dice di doversi rimettere a nuovo da un punto di vista fisico:”Perché ci sono tante cose che voglio godermi ancora, indipendentemente dalla scherma e dalle pedane”. Lo schermitore, quindi, quasi sicuramente sarà costretto a finire sotto i ferri per risolvere alcuni problemi di salute: “Sto rimandando l’operazione all’anca, soffro di una necrosi e sono in procinto di fare un’operazione semplice ma invasiva. Anche la spalla, dovrei rimettermi a posto per la seconda parte di vita”, racconta nell’intervista a Silvia Toffanin. Aldo Montano ha ancora tanti progetti da realizzare, anche se ormai ha deciso di appendere la sciabola al chiodo. “Vorrei solo ridare qualcosa che la vita sportiva mi ha dato. Lavorare coi bambini, parlare loro di valori seri, di abitudini sane, insomma mi piacerebbe lavorare coi piccoli”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Aldo Montano, gli strascichi fisici dopo una gloriosa carriera
Una lunga carriera in ambito sportivo comporta certamente importanti sacrifici, soprattutto se si ha la possibilità di gareggiare ad alti livelli. Sottoporsi ad allenamenti spesso estenuanti può quindi spesso essere faticoso, anche se il peso di questi sforzi lo si avverte soprattutto con il trascorrere degli anni. Ne sa qualcosa Aldo Montano, che ha tenuto alto l’onore dell’Italia alle ultime Olimpiadi di Tokyo pur non essendo più giovanissimo (ha compiuto da poco 43 anni), ma che si trova costretto a dover convivere con una malattia che si sta rivelando pesante da sopportare.
Lo sportivo, reduce dalla quattordicesima medaglia olimpica conquistata dalla sua famiglia (i Montano praticano questo sport da tre generazioni), è arrivato alla fine della sua lunghissima e gloriosa carriera, ma ormai da tempo soffre di dolori piuttosto forti.
La malattia di Aldo Montano: il futuro dello sportivo
Lo schermitore ha deciso di appendere la sciabola al chiodo dopo l’ennesimo risultato positivo, ma a breve sarà quasi sicuramente costretto a finire sotto i ferri. E’ stato lui stesso, infatti, a raccontare della sua necrosi progressiva, un problema che porta alla morte dei tessuti e alla deformazione degli arti, oltre a difficoltà a camminare. A volte anche i farmaci non bastano per attenuare i dolori.
L’intervento chirurgico difficilmente potrà essere evitato, proprio perché lui ha deciso di continuare a gareggiare anche dopo avere avuto la diagnosi: “Un anno e mezzo fa ho scoperto di avere una necrosi progressiva – ha raccontato al ‘Corriere della Sera’ -. La protesi, a fine carriera, diventa necessaria. E’ lo scotto dopo avere gareggiato a lungo“. A sostenerlo anche in questo ci sarà la moglie e mamma dei suoi due figli, Olga Plachina.