Aldo Montano e la diagnosi di necrosi progressiva: “E’ lo scotto dopo aver gareggiato a lungo…”
I successi meritevoli di particolare esposizione mediatica hanno come effetto una maggiore risonanza su aspetti di vita personale, che forse chiunque vorrebbe custodire e affrontare lontano dai flussi della curiosità. Aldo Montano ad esempio, orgoglio italiano in ambito sportivo e spesso protagonista anche nel panorama televisivo, non ha potuto nascondere un’esperienza non proprio felice che riguarda la propria salute. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il campione di scherma ha infatti rivelato di essere affetto da necrosi progressiva.
“Un anno e mezzo fa ho scoperto di avere una necrosi progressiva… La protesi, a fine carriera, diventa necessaria; è lo scotto dopo aver gareggiato a lungo”. Queste le parole di Aldo Montano rilasciate al Corriere della Sera, dalle quali si evince tanta amarezza. La malattia dalla quale è affetto purtroppo non ha una natura banale; l’accezione “progressiva” implica la morte dei tessuti con una conseguente deformazione degli arti. Ne conseguono alcune difficoltà dal punto di vista motorio, in particolare nel camminare.
Aldo Montano, le ragioni dell’operazione all’anca rimandata: “Voglio lavorare con i bambini…”
La necrosi progressiva che ha colpito Aldo Montano è stato uno degli argomenti affrontati anche nel corso di una delle ultime interviste rilasciate dal campione nello studio di Verissimo, a Silvia Toffanin. “Sto rimandando l’operazione all’anca: soffro di necroso e sono in procinto di fare un’operazione semplice ma invasiva… Dovrei rimettermi a posto per la seconda parte di vita“. Lo sportivo dovrà dunque affrontare un tortuoso percorso clinico tra operazioni e riabilitazione, ma di certo la caparbietà che lo ha contraddistinto in ambito agonistico sarà il barlume di questa sua imprevista battaglia personale.
Come anticipato, Aldo Montano sta ancora valutando le tempistiche relative all’operazione che dovrebbe interessare l’anca. Lo sportivo, a causa della necrosi progressiva e del percorso clinico da seguire, dopo l’intervento potrebbe dover fare a meno dell’attività agonistica. “Vorrei solo ridare qualcosa che la vita sportiva mi ha dato” – ha spiegato il campione olimpico – “Lavorare coi bambini, parlare loro di valori seri, di abitudini sane, insomma mi piacerebbe lavorare coi piccoli“.