Sono trascorsi 41 anni dall’assassinio di Aldo Moro, una ricorrenza che ha unito le istituzioni e un ricordo che non morirà mai. Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori in via Caetani a Roma, dove si trova la lapide che ricorda lo statista. Presenti alla commemorazione Elisabetta Casellati, Roberto Fico, Virginia Raggi, Luigi Di Maio e David Ermini. Questo il ricordo di Silvio Berlusconi: «Le parole di Aldo Moro sull’Europa sono più attuali che mai. Ogni 9 maggio ricordiamo lui e Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, gli uomini della scorta che hanno perso la vita per mano dei terroristi mentre compivano il loro dovere». Così il vice premier Luigi Di Maio: «Oggi rendiamo onore ad Aldo Moro e ricordiamo che i carnefici che l’hanno ucciso, non hanno mai ucciso l’insegnamento che ci ha lasciato». Infine, l’omaggio di Antonio Tajani: «41 anni fa veniva assassinato Aldo Moro. Nella giornata della memoria delle vittime del terrorismo in Italia, il mio pensiero va a tutti coloro che hanno perso la vita e alle loro famiglie. Dobbiamo combattere il terrorismo per sconfiggere chi semina solo odio e violenza». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
41 ANNI FA L’ASSASSINIO DI ALDO MORO
Una corona di fiori lì dove 41 anni fa il cadavere di Aldo Moro fu abbandonato dalle Brigate Rosse. L’ha deposta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha partecipato alla cerimonia per ricordare il leader della Democrazia cristiana. L’uccisione di Aldo Moro sconvolse l’Italia repubblicana: il 9 maggio 1978 venne ritrovato, dopo 55 giorni nella cosiddetta “prigione del popolo”, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani. Un luogo simbolico, tra la sede nazionale della Dc e il quartier generale del Partito comunista. Il cadavere venne trovato mentre era in corso la direzione Dc. Poche ore dopo il ritrovamento del cadavere, annunciato dal brigatista Valerio Morucci con una telefonata, il ministro dell’Interno Francesco Cossiga rassegnò le sue dimissioni. La famiglia di Aldo Moro rifiutò i funerali di Stato, considerando le istituzioni colpevoli di non aver fatto abbastanza per salvarlo. Papa Paolo VI, amico e confessore dello statista, alcuni giorni dopo celebrò una commemorazione funebre pubblica a cui parteciparono molte personalità della politica e delle istituzioni. Poi venne seppellito a Torrita Tiberina.
“ALDO MORO UCCISO NELLA CANTINA DI UN’AMBASCIATA”
Intanto c’è una nuova pista sull’assassinio di Aldo Moro, l’ha ricostruita l’HuffPost. Dopo la desecretazione degli atti della Commissione Parlamentare d’inchiesta della scorsa legislatura, si ritiene che l’ultima prigione di Aldo Moro fosse nelle immediate vicinanze della via Caetani, dove fu rinvenuto il suo cadavere. Il professor Gaetano Lettieri, dal figlio dal sottosegretario Nicola che gestì il comitato di crisi del Viminale durante i 55 giorni, ha affermato che il padre in merito alla prigione di Aldo Moro disse: «Ci stavamo seduti sopra». Monsignor Fabio Fabbri, braccio destro del cappellano capo delle carceri don Cesare Curioni, invece ha riferito un particolare che gli fu raccontato. Ne risvolti dei pantaloni di Aldo Moro fu ritrovato terriccio riconducibile ad una cantina di un’ambasciata – attualmente non più attiva – che all’epoca aveva sede nei pressi di via Caetani. Ugo Pecchioli, esponente di punta del Pci, temeva il coinvolgimento di qualche ambasciata estera, in particolare quella della Cecoslovacchia, che però era situata altrove. In quella zona invece c’erano all’epoca tre ambasciate o residenze coperte dal privilegio diplomatico: una cilena, una brasiliana e una argentina. Ciò, se verificato, apre un nuovo scenario internazionale del delitto, commesso nell’anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale.