Avrebbe potuto salvare Aldo Moro ma fu frenato dai politici. Queste le dichiarazioni rese dal super boss Raffaele Cutolo in un interrogatorio nel carcere di Parma. Sulla veridicità delle sue affermazioni restano i dubbi, amplificati anche dalle discordanti versioni in merito ai presunti mediatori da lui citati che sarebbero scesi in campo per chiedergli di salvare la vita ad Aldo Moro. Secondo quanto riferito da TgCom24, infatti, nell’interrogatorio ai pm napoletani che lo sentirono nel carcere di Parma nell’ottobre 2016 asserì che “Michelino Senese (camorrista che viveva a Roma, ndr) me lo propose quando ero latitante”. Ai pm di Roma che lo sentirono nel medesimo periodo, tuttavia, Cutolo fece un nome differente, avanzando quello di Nicolino Selis, esponente della banda della Magliana. Una circostanza, questa, che non passò affatto inosservata dal momento che la riferì anche il Corriere della Sera nel medesimo anno in cui emerse. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SPUNTA UN VERBALE SEGRETO DI UN INTERROGATORIO A CUTOLO

Emerge solo oggi un verbale finora tenuto segreto in cui il boss della camorra, Raffaele Cutolo, parla di Aldo Moro nel corso di un interrogatorio del 25 ottobre 2016. “Potevo salvare Aldo Moro, fui fermato”, si legge nelle sue dichiarazioni rese note solo tre anni dopo da Il Mattino e riprese oggi dai maggiori organi di stampa nazionali. Cutolo, in carcere da diversi anni, spiegò di aver aiutato l’assessore Cirillo – rapito e successivamente rilasciato dalla Brigate Rosse – ma di non essere riuscito a fare lo stesso con Aldo Moto: “i politici mi dissero di non intromettermi”. Secondo le sue dichiarazioni, nel 1978 era un latitante ma avrebbe tentato di farsi avanti per cercare di salvare Aldo Moro. “Per Ciro Cirillo si mossero tutti, per Aldo Moro nessuno, per lui i politici mi dissero di fermarmi, che a loro Moro non interessava”, aveva dichiarato nell’interrogatorio il cui verbale è rimasto inedito fino ad ora. Cutolo fu sentito nel supercarcere di Parma dove stava scontando quattro ergastoli. Un interrogatorio avvenuto nell’ambito di una indagine sull’attività criminale di Pasquale Scotti, suo luogotenente storico, arrestato dopo una latitanza durata 30 anni.



ALDO MORO, LE DICHIARAZIONI DI CUTOLO NELL’INTERROGATORIO INEDITO

Il contenuto dell’interrogatorio del boss Cutolo e messo a verbale, viene alla luce in seguito al procedimento amministrativo davanti al Tar dopo la decisione dei pm di bocciare la collaborazione di Scotti. Nel corso di quell’interrogatorio nel carcere di Parma e al quale fa riferimento il quotidiano Il Mattino, il superboss della camorra si concentra sulle sostanziali differenze in merito al comportamento dei politici rispetto alle vicende di Cirillo e Moro. Ciro Cirillo, assessore regionale, fu rilasciato il 27 aprile del 1981, a distanza di pochi mesi dal suo rapimento e dietro pagamento di un riscatto di 1 miliardo e 400 milioni di lire. Ma le cose andarono in maniera del tutto differente per Aldo Moro. Cutolo sostenne infatti che non fu coinvolto volutamente nella trattativa per Moro spiegando come l’allora ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, “si rifiutò di incontrarmi”, sebbene lui all’epoca fosse un latitante.

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