Aldo Moro, suo malgrado, continua a dividere e creare polemiche, anche tanti anni dopo la sua morte. Come si sa nel 2016 in occasione del centenario della sua nascita fu aperto il processo di beatificazione del politico ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978. Inizialmente postulatore della causa fu l’ex sindaco del comune di Rutigliano Nicola Giampaolo, accreditato presso la Congregazione vaticana per le Cause dei Santi e Tribunali ecclesiastici del Vicariato di Roma e dell’Arcidiocesi di Napoli, autore di diverse pubblicazioni su Moro, approvato dall’allora vicario di Roma Agostino Vallini. Poi nel 2018 la causa era stata affidata a padre Gianni Festa postulatole generale dei domenicani, i quali avevano già seguito la causa del venerabile La Pira, laico domenicano così come laico domenicano era Aldo Moro. E’ proprio da questo cambiamento che parte la protesta della figlia di Aldo Moro, Maria Fida, che ha scritto direttamente al papa chiedendo che la causa di beatificazione venga fermata e cancellata: “È contro la verità e la dignità della persona che tale processo sia stato trasformato, da estranei alla vicenda, in una specie di guerra tra bande per appropriarsi della beatificazione stessa strumentalizzandola a proprio favore”.
LA PROTESTA DI MARIA FIDA
Parole dure che sembrano però non tener conto che il cambio del postulatole era stato annunciato alla famiglia Moro. Nella lettera si ripercorre quanto accaduto nei 41 anni successivi alla morte del padre: i ben noti depistaggi, le lotte di potere, le colpe della politica, ma non si capisce esattamente come tutto questo centri con la Chiesa, a meno si sottintenda che anche essa sia coinvolta in queste lotte di potere. “Dal 9 maggio di 41 anni fa è cominciato il “business” della morte e lo sciacallaggio continuativo per sfruttare il suo nome a fini indebiti.” dice la donna, aggiungendo che il padre non ha comunque bisogno di beatificazioni e dichiarazioni di santità, perché lo è già, santo: “So che mio padre è in salvo per sempre nella perfetta letizia dell’eternità e nessuna bruttura può ferirlo. Ma preferirei mille volte che non fosse proclamato Santo, tanto lo è, se questo deve essere il prezzo. Una viscida guerra fatta falsamente in nome della verità”. La causa era stata avviata grazie a diverse testimonianze, in primis quelle dei terroristi che lo tennero prigioniero che dissero Moro tutti i giorni legna la bibbia “anche se dietro aveva la bandiera con la Stella a 5 punte”. Inoltre perdonò i rapitori e futuri assassini, svolgendo tutta la sua vita secondo del virtù cardinali di giustezza, fortezza, temperanza, sobrietà. E infine la politica vissuta come atto di carità.