Un ex brigatista avrebbe “tirato in ballo un altro uomo” nel rapimento del presidente della Dc Aldo Moro, ucciso nel 1978 a Roma. Lo riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo nel quale indica che a parlare del presunto coinvolgimento di un altro soggetto nel sequestro che segnò la storia del nostro Paese sarebbe stato Lauro Azzolini, oggi 80enne. Il contenuto delle dichiarazioni sulla questione emergerebbe da un’informativa del Ros di Torino datata 21 marzo 2023 su un’inchiesta per la sparatoria del 1975 alla Cascina Spiotta in cui morirono il carabiniere Giovanni D’Alfonso e la moglie di Renato Curcio, Mara Cagol.



Di seguito il contenuto riportato dal quotidiano: “È stato Moroni… a dire… ma dopo mi ha tirato, ha fatto così (incomprensibile) quello che là stava scappando (…)”, e ancora: “I compagni Gallo e Fiore a un certo punto si inceppano… si inceppano… non c’avevano le pistole… le pistole. Morucci ca**o… che era uno che sapeva usarlo… quando ha visto i compagni a terra ha cominciato a spazzolare anche dalle altre parti”. Il nome di Giorgio Moroni sarebbe saltato fuori durante una conversazione tra Azzolini, ricostruisce Il Fatto, e un altro ex Br, Antonio Savino.



Aldo Moro, le presunte parole dell’ex brigatista Azzolini nell’informativa del 2023 e la replica di Moroni

Per gli inquirenti, riporta Il Fatto Quotidiano, in quel passaggio Lauro Azzolini avrebbe fatto riferimento al sequestro di Aldo Moro, rapito in via Fani il 16 marzo 1978 in un agguato in cui rimasero uccisi cinque uomini della scorta. E proprio in questo passaggio, l’ex brigatista avrebbe tirato in ballo il nome di Moroni mai emerso prima. “Azzolini – avrebbero annotato i Ros di Torino – prosegue anche accennando al sequestro dell’onorevole Aldo Moro e racconta di alcuni passaggi d’azione in cui c’erano Moroni (verosimilmente Moroni Giorgio), Gallo (verosimilmente Gallinari), Fiore e il Morucci”.



Prospero Gallinari, Raffaele Fiore e Valerio Morucci furono condannati per i fatti di via Fani del 16 marzo 1978 e per l’omicidio dello statista, ritenuti parte del commando che aprì il fuoco per concludere il rapimento di Moro. Giorgio Moroni risulta completamente estraneo e non è mai entrato nella vicenda processuale sulla morte del presidente della Democrazia cristiana. Nessuna ombra di un suo coinvolgimento nemmeno nelle diverse commissioni parlamentari che si sono occupate del caso Moro. E ai microfoni del Fatto Quotidiano, Moroni avrebbe replicato così: “È un buco nell’acqua, o un equivoco, non ho mai conosciuto Azzolini né mai ho avuto nulla a che fare con le Brigate rosse. Qualsiasi notizia relativa ad un mio coinvolgimento con le Br è un’immensa sciocchezza come accertato con sentenza passata in giudicato della Corte d’Appello di Genova che ha inoltre condannato lo Stato al risarcimento dei danni da me subiti. Non ho mai conosciuto nemmeno Fiore, Gallinari o Morucci, come da me dimostrato negli anni. Anzi, per me le Brigate rosse erano una esperienza politicamente negativa già allora“.