Chi sono i figli di Aldo Moro? Maria Fida ha seguito le orme del padre. Nelle lettere Moro chiedeva alla moglie…
Maria Fida, Anna, Agnese e Giovanni Moro sono i quattro figli di Aldo Moro, nati dall’unione tra lo statista democristiano e l’inseparabile moglie Eleonora Chiavarelli. La più nota alle cronache è certamente la maggiore Maria Fida, che ha seguito le orme del padre divenendo politica e giornalista. È stata senatrice dal 1987 al 1992. Al momento della rapimento era già mamma di Luca, che aveva 2 anni e a cui il presidente della Dc era molto affezionato. Nelle sue ultime parole scritte nelle lettere dalla prigionia traspare tutto l’amore per la famiglia, costretta ad andare avanti senza poterlo più riabbracciare.
“Forse in qualche momento sarò stato nervoso o non del tutto capace di comprensione. Ma l’amore dentro è stato grande in ogni momento con un desiderio profondo della vostra felicità sempre in una vita retta, quale voi conducete”, questa una delle dediche d’amore che mise su carta prima di essere ucciso. Alla moglie Noretta chiedeva di occuparsi dei figli e dei nipoti. “Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande, grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Amore mio, sentimi sempre con te e tienimi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto amato Luca), Anna, Mario, il piccolo non nato, Agnese, Giovanni.
Anna, Agnese e Giovanni: le parole nelle lettere di Aldo Moro per i suoi figli
Oltre a Maria Fida, gli altri tre figli di Aldo Moro sono Anna, Agnese e Giovanni. Di loro non si sa molto. In particolare, la secondogenita Anna ha sempre voluto rimanere nell’ombra. Le uniche notizie sono quelle relative ai mesi del rapimento del padre, quando era incinta del suo primo figlio. “Auguro cose tenerissime ad Anna e al piccolino in seno. Come vorrei vedere nascere il bimbo. Data la gravidanza ed il misero stipendio del marito, aiutala un po’. Puoi prelevare per questa necessità da qualche assegno firmato e non riscosso che Rana potrà aiutarti a realizzare”, scriveva il Aldo Moro nelle lettere dalla prigionia.
Agnese, invece, è una psicologa e studiosa. In diverse occasioni è tornata a parlare pubblicamente del padre. Quest’ultimo, nelle missive, la ricordava da bambina. “Gioisco nel ricordarti piccola, sulla gamba del cuore con il dottor Tanè del tuo libriccino di bimba”. Poi le chiedeva di prendersi cura della madre: “Vorrei chiederle di farti compagnia la sera, stando al mio posto nel letto e controllando sempre che il gas sia spento”. Infine, Giovanni, il più piccolo, anche lui piuttosto attivo nel ricordo del padre. “Ti devo trattare da uomo, anche se non riesco a distaccarmi dalla tua immagine di piccolino, tanto amato e tanto accarezzato”, scriveva Aldo Moro nelle lettere. Oggi un sociologo e politico, fondatore del movimento Cittadinanza attiva. All’epoca del rapimento frequentava l’Università. “Vorrei chiedessi dolcemente che provi a fare un esame per amor mio”, diceva il politico alla moglie.