Aldo Moro odiava Giulio Andreotti o no?

La puntata serale di Esterno Notte tornerà a trattare nuovamente il rapimento di Aldo Moro, prestando anche attenzione al rapporto dello statista con Giulio Andreotti. Tra i due non scorreva affatto buon sangue, come dimostra anche una delle lettere inviate dallo statista rinchiuso dalle Brigate Rosse al mondo politico italiano di quel tempo, di cui Andreotti era uno dei massimi esponenti.



Ma per capire il rapporto tra Giulio Andreotti e Aldo Moro bisogna fare un passo indietro, alle ragioni che spinsero le Brigate a rapire, incarcerare ed infine uccidere il presidente della Democrazia Cristiana. Il rapimento, infatti, avvenne simbolicamente il 16 marzo 1978, il giorno in cui Andreotti avrebbe dovuto giurare per il governo del paese, in quello che passò alla storia come Compromesso Storico e che, senza lo statista, si dimostrò in brevissimo tempo un fallimento. Le ragioni per cui era necessario un Compromesso erano legate al sistema politico italiano che soffriva di una grave crisi d’identità. In quel momento, infatti, il Partito Comunista Italiano e la Democrazia Cristiana erano i partiti di maggioranza, il primo con una preferenza del 34% e il secondo al 39%.



Aldo Moro e Giulio Andreotti: il Compromesso Storico

In quel contesto politico, Aldo Moro fu il primo ad intuire che un governo con il 73% delle preferenze avrebbe potuto fare grandi cose per l’Italia, portandola al passo con i tempi in un difficile momento storico con quello che prese il nome di Compromesso Storico. Fu lui a fare da mediatore tra quelli che avevano tutta l’aria di essere due fuochi incrociati: da una parte il comunista Enrico Berlinguer, e dall’altra Giulio Andreotti, con i quali Moro godeva di buoni rapporti.

Aldo Moro organizzò un incontro con Berlinguer e Zaccagnini (segretario della DC), senza la partecipazione di Giulio Andreotti. Ma perché Andreotti non partecipò? È presto detto, non credeva nel compromesso storico, non credeva che Berlinguer potesse volere il bene della nazione e, probabilmente, era preoccupato dall’idea che avrebbe perso il suo posto alla guida del governo. Il compromesso, comunque, fu raggiunto, e a Giulio Andreotti fu proposto di essere la guida di questo nuovo governo, proposta che lo spinse ad accettare il nuovo governo.



Qui, infine, nonostante Aldo Moro riuscì a mettere d’accordo la maggior parte del mondo politico italiano, Giulio Andreotti compreso (anche se continuava a mantenere un atteggiamento diffidente nei confronti del Partito Comunista Italiano), si inserirono le Brigate Rosse. Terroristi astuti, dovettero decidere se rapire ed uccidere uno o l’altro, ma optarono per Moro, convinti che la sua assenza nel Compromesso Storico avrebbe mandato in crisi la politica da lì a poco. Il fatto triste è che ebbero ragione, Andreotti non si mosse per salvare lo statista (e negli anni è stato ampiamente accusato di essere in parte colpevole della sua morte, tesi che non ha mia trovato conferma in tribunale) e da lì a poco il suo quarto governo fallì, portanto importanti sconvolgimenti alla politica italiana.