I misteri attorno al ritrovamento del corpo di Aldo Moro

Aldo Moro fu ritrovato morto nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani a Roma. È il 9 maggio 1978, la tragedia a culmine di un sequestro durato 55 giorni e iniziato il 16 marzo di quello stesso anno. Sono ancora molti i misteri attorno a quell’automobile parcheggiata contromano in via Michelangelo Caetani, un luogo scelto con cura perché equidistante da via delle Botteghe Oscure, dove si trova la sede nazionale del Partito Comunista Italiano, e anche da Piazza del Gesù, che ospita invece la sede nazionale della Democrazia Cristiana



Sono le 12.30 del 9 maggio 1978 quando il professor Franco Tritto, collaboratore e amico di Aldo Moro, riceve una telefonata dalle Brigate Rosse nella persona di Valerio Morucci: “adempiamo alle ultime volontà del Presidente comunicando alla famiglia dove potrà trovare il corpo dell’onorevole Aldo Moro”. È lo stesso Morucci a fornire la targa della macchina. Le forze dell’ordine intercettano la chiamata e si recano per prime sul posto, scoprendo la terribile verità di quelle parole pronunciate con tono freddo. Ma quando è arrivata la Renault rossa in via Caetani?



Il ruolo delle BR sul ritrovamento del corpo di Aldo Moro e le domande aperte sulla sua detenzione

Molti aspetti del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani non sono ancora stati chiariti, così come la storia non è ancora riuscita a stabilire dove lo statista sia stato detenuto in quei 55 giorni di sequestro. Alcuni testimoni avrebbero affermato di aver notato l’automobile rossa tra le 7 e le 8 del mattino, orario in cui le Brigate Rosse sostennero di aver proceduto all’esecuzione, mentre altri testimoni si erano detti certi di non aver visto la Renault rossa in via Caetani fino alle 12.30. Qualcuno invece affermò che degli artificieri avevano già scoperto dell’esistenza della macchina, forse allertati per il sospetto che contenesse dell’esplosivo.



Secondo l’esito degli esami sul corpo di Aldo Moro, la morte sarebbe avvenuta tra le 9 e le 10 della mattina di quel 9 maggio 1978. Le Brigate Rosse avrebbero poi avuto difficoltà a segnalare la posizione del corpo, riuscendo infine a consegnare il macabro messaggio al professor Franco Tritto. Il cadavere di Aldo Moro, crivellato da 11 colpi di arma da fuoco malamente tamponati forse con dei fazzoletti, fu trovato dalle forze dell’ordine avvolto in una coperta con addosso gli stessi vestiti che aveva indossato al momento del sequestro: abito blu, camicia bianca a righine e una cravatta ben annodata. Gli esami sul cadavere aveva rivelato anche una piaga mai curata, forse provocata da un colpo di arma da fuoco durante il sequestro del 16 marzo, e svelarono le buone condizioni fisiche di Aldo Moro, mettendo in dubbio l’ipotesi che fosse stato confinato nell’angusto covo di via Montalcini.