Giovanni Pellegrino, giurista già presidente della Commissione Stragi, è tornato a parlare su Repubblica del caso Aldo Moro, una delle pagine più oscure della storia italiana, recentemente finito al centro di un’altra intervista, sempre di Repubblica, rilasciata dal generale Roberto Jucci. Intervista, ricorda il giurista e politico, in cui “dice con chiarezza che Francesco Cossiga avrebbe voluto salvare” lo statista, che è una delle grandi verità taciute sul periodo.



Aldo Moro, ribadisce Pellegrino, “non doveva essere salvato e non a ogni costo” perché nei comitati di crisi vi erano ampie infiltrazioni della P2, loggia in cui da subito “c’era chi pensava ad un esito diverso del sequestro“. Tra i fermi sostenitori dell’intransigenza c’era, rivela il giurista, “Vincenzo Cappelletti [che] ci spiegò con feroce razionalità che a Moro toccava accettare la morte”. Questo feroce accanimento contro Aldo Moro, racconta Pellegrino, era dovuto al fatto che “nei comitati di crisi si aveva la certezza, grazie ai comunicati delle Br, che un documento segreto su Gladio, la rete creata dalla Nato per la reazione militare in caso d’invasione, fosse stato trafugato dal Ministero e dato alle Br”.



Pellegrino: “Aldo Moro doveva morire perché considerato traditore della Nato”

Aldo Moro, specifica Pellegrino nella sua intervista, “attraverso il suo entourage, aveva rivelato l’esistenza di Gladio” e, dunque, era “un traditore dell’Alleanza che non meritava di essere salvato“. Per trovare lo statista, sostiene fermamente il giurista, “bastava seguire, oltre ai ‘postini’ della famiglia Moro, alcuni dell’Autonomia operaia vicini ai socialisti”, ma venne fuori in quel periodo che il documento Nato era in mano alle Br e, ricorda ancora Pellegrino, emerse che “non dovevano fare più niente, restare immobili. E Cossiga ha sofferto per questo“.



Parlando, invece, della P2 che, comunque, fu fondamentale in tutta la questione Aldo Moro, l’ex presidente della Commissione Stragi ci tiene a precisare che “non era il regno del male descritto dalla Commissione Anselmi“, pur rimanendo lontano dalla “combriccola di allegri affaristi emersa dalle indagini della magistratura”. Di certo c’è che “chiedevano in tanti di iscriversi perché la P2 era come avere un super Nulla osta di sicurezza“, al punto che tra gli aspiranti iscritti c’era anche “lo stesso generale Dalla Chiesa“. La P2, tuttavia, mal digerì Aldo Moro perché la loggia, conclude Pellegrino, “non rappresenta l’Alleanza atlantica, ma l’oltranzismo atlantico”.