Gherardo Colombo, magistrato che assieme a Giuliano Turone scoprì gli elenchi della Loggia massonica P2, ha parlato con Repubblica dei difficili anni del terrorismo italiano, culminati con il rapimento (e poi l’uccisione) dello statista Aldo Moro. Un intervento che segue quelli dei giorni scorsi di Roberto Jucci e Giovanni Pellegrino, coinvolti anche loro a vario titolo nelle indagini, rivelando dettagli mai rivelati al grande pubblico.



Partendo dalla Loggia P2, prima di arrivare ad Aldo Moro, Gherardo Colombo ci tiene a sottolineare che gli elenchi dei membri trovati a Castiglion Fibocchi nel 1981 non sono neanche ipoteticamente esaustivi, anche perché la Loggia “era uno strumento, e non era necessario che chi lo utilizzava vi fosse iscritto“. Quelle carte, ipotizza, forse erano oggetto di un acquisto “da un servizio segreto di un altro Paese”, forse la Cia. La P2, evidenzia ancora Gherardo Colombo, era “un’organizzazione che aveva uno scopo politico, quello di conservare la situazione politica e istituzionale italiana nelle condizioni degli anni ’50 e dei primi anni ‘60“, ovvero prima dell’effettiva adozione dei dettami costituzionali.



Gherardo Colombo: “La P2 lasciò morire Aldo Moro perché era scomodo”

La P2, insomma, secondo Gherardo Colombo “ha molto, ma davvero molto, a che fare con le stragi e con la gestione politica del ‘dopo’, che passa attraverso i depistaggi compiuti da persone con appartenenza ai servizi segreti e alla Loggia”. In questo contesto si inserì il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, che, ricorda il magistrato, “lavorava per il superamento della conventio ad excludendum del Partito comunista italiano in una prospettiva di occidentalizzazione”.



La morte di Moro, spiega Gherardo Colombo facendo eco alle dichiarazioni di Jucci e Pellegrino, “andava bene a tutti“. A differenza di Pellegrino, però, ritiene che forse il dispiacere di Cossiga era motivato dal fatto che “per salvare Moro fosse stato fatto veramente poco”, anche se forse è vero che “non ci fossero alternative”. D’altronde, spiega il magistrato, a posteriori è chiaro a tutti che a lasciare morire Moro fu il Comitato di crisi appositamente istituito, che, sottolinea Gherardo Colombo, “era infarcito di aderenti alla P2“.