Aldo Vitali racconta la sua infanzia a Rivelo. Non tutti sanno che il giornalista, attuale direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, è cieco da un occhio. Ma il trauma peggiore gliel’hanno causato le continue prese in giro su un altro difetto fisico, le orecchie a sventola: “Per certi versi”, ammette, “ho sofferto più per quello”. E prosegue: “Ho avuto un’infanzia difficile. È una cosa per cui vieni preso molto in giro”. La sua parziale cecità, invece, si nota di meno. Gli unici che hanno fatto fatica ad accettarla sono stati i suoi genitori (almeno all’inizio): “Ricordo che avevo cinque anni e, parlando con mia madre, le dissi una frase del tipo: dall’occhio da cui non si guarda, ho un po’ male. Ero convinto che fosse normale”. “Questo fatto portò a casa mia uno scompiglio enorme. Ormai era tardi per intervenire, ma i miei non si rassegnarono. Mi fecero sottoporre a delle vere e proprie torture. C’era un dottore, a Milano, che io ribattezzai il dottor ‘Carogna’ per via di una certa assonanza con il suo vero cognome, che mi obbligava a tenere chiuso l’occhio buono e a ‘sforzarmi’ di vedere con l’altro. Mettevano delle graffette sulle palpebre e mi bombardavano con dei flash… Poi, finalmente, i miei genitori capirono che era meglio per tutti accettare questa cosa”.