Si è concluso fra pianti, abbracci e sorrisi il processo a carico di Alec Baldwin, attore regista e produttore. Era accusato dell’omicidio colposo della direttrice della fotografia Halyna Hutchins durante le riprese del film Rust, terribile vicenda che era avvenuta nel 2021 e che vedeva lo stesso Alec Baldwin coinvolto in prima persona. Era stato infatti lui a sparare da quella pistola che aveva poi colpito la Hutchins e anche il regista della pellicola, quest’ultimo ferito fortunatamente solo in maniera lieve. Alla fine il giudice ha deciso di far cadere ogni accusa nei confronti del noto attore americano, con il caso che è stato quindi archiviato.



Non sono mancati comunque i “gialli”, anzi, dei veri e propri colpi di scena, così come fatto notare dal portale americano TMZ, che ha segnalato le dimissioni nella giornata di ieri del procuratore speciale Erlinda Ocampo Johnson, a seguito di un clamoroso inquinamento di prove da parte della polizia. “Come procuratori – ha detto la stessa – abbiamo l’obbligo di divulgare tutte le prove. Quando ho saputo questa mattina dell’esistenza delle prove che non erano state divulgate, ho pensato che la decisione giusta fosse quella di archiviare il caso”.



ALEC BALDWIN, LE PAROLE DELLA PROCURATRICE

“Quando la mia voce non è stata ascoltata – ha continuato la procuratrice speciale – ho chiesto di ritirarmi dal caso. Non abbiamo solo un dovere nei confronti delle persone, ma anche nei confronti degli imputati accusati di crimini. L’accusa deve sempre essere al di sopra di ogni rimprovero”.

Si è quindi deciso di archiviare il tutto dopo che è emerso che le forze dell’ordine avevano nascosto delle prove che avrebbero impedito al pool di avvocati di Alec Baldwin di preparare al meglio la difesa. Un processo quindi che non si sarebbe potuto portare avanti in queste condizioni, e alla fine Alec Baldwin è stato scagionato. Come mostrato dalle telecamere presenti nell’auto del tribunale del New Mexico, l’imputato è scoppiato a piangere una volta ascoltata la sentenza, e insieme a lui la moglie Hilaria.



ALEC BALDWIN, LE LACRIME DOPO LA SENTENZA E LA TESTIMONIANZA DELL’INVESTIGATRICE

Del resto è stato un sollievo non da poco, sia perchè si chiude un capitolo drammatico durato tre anni, sia per il rischio che correva lo stesso attore hollywoodiano, leggasi una condanna fino a 18 mesi di carcere se fosse stato dichiarato colpevole della morte di Halyan Hutchins.

Dopo il processo sono emerse le parole di Alex Spiro, avvocato dell’attore, che ha spiegato quanto fatto dalle autorità, leggasi l’aver nascosto intenzionalmente alcune prove dal set, mentre Marissa Poppell, investigatrice, ha testimoniato dicendo di essere stata incaricata dai superiori di creare un rapporto ad hoc che documentasse il fatto che la polizia avesse ricevuto delle munizioni, archiviando però il tutto con un numero diverso rispetto a quello del caso Rust, un escamotage per fare in modo che la difesa non potesse aver accesso a quegli atti. Si tratta ovviamente di una circostante “handicap” per Baldwin, visto che le munizioni rinvenute sul set avrebbero potuto aiutare a sostenere la tesi dello stesso imputato secondo cui non era lui il diretto responsabile della sicurezza del set.