Dopo una lunghissima battaglia legale che si protrae ormai dal 2021, alla fine nella giornata di oggi l’attore Alec Baldwin è stato dichiarato – peraltro con la formula ‘con pregiudizio’, alla quale torneremo tra poco – definitivamente innocente per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins grazie alla decisione della Procura di Santa Fe di ritirare il ricorso contro l’archiviazione decisa dal giudice Marlowe Sommer già lo scorso luglio chiudendo una volta per tutte l’intricata vicenda; al contempo – comunque – sembra che non si sia ancora chiusa la parentesi giudiziaria per lo stesso Alec Baldwin che già dopo la richiesta di archiviazione di luglio si era detto pronto a citare in giudizio l’accusa per la cattiva condotta tenuta durante l’intero processo.



Facendo un passetto indietro, il caso attorno ad Alec Baldwin si era aperto – appunto – nel 2021 quando era impegnato sul set del film Rust e per ragioni mai veramente chiarite mentre maneggiava una pistola di scena (che doveva, dunque, essere caricata a salve) un proiettile reale venne esploso e colpì la Hutchins al petto, ferendo al contempo anche lievemente il regista Joel Souza; mentre dopo il classico interrogatorio e le prime indagini l’attore era stato accusato di omicidio colposo.



Alec Baldwin: il lungo processo per l’archiviazione e l’occultamento delle prove da parte della procura

Venendo al processo, fin da subito Alec Baldwin si era detto – per quanto ovviamente estremamente addolorato – del tutto innocente, confermando di non avere idea di come quale proiettile fosse finito nella pistola di scena e tirando in ballo sia la responsabile delle armi sul set Hannah Gutierrez-Reed che l’assistente alla regia e direttore della sicurezza – che gli aveva passato l’arma definendola “cold gun”, ovvero scarica – David Halls che poi in procedimenti separati furono condannati rispettivamente a 18 mesi di carcere e 6 mesi di libertà vigilata.



L’accusa – comunque – tirò dritto su Alec Baldwin portando il suo caso avanti per i due anni successivi fino a quando – lo scorso luglio – in tribunale è stato chiamato a testimoniare Troy Teske che ha raccontato di aver consegnato alla polizia immediatamente dopo la sparatoria alcuni proiettili reali che erano finiti (anche qui, per ragioni mai chiarite) sul set: questi ultimi – tuttavia – vennero archiviati come “esterni al caso” dalla procura e non sono mai apparsi in nessuno dei lunghi processi, gettando l’intera vicenda sotto una luce differente che puntava tutti i riflettori contro l’attore.

Proprio per questa ragione – sottolineando in particolare che l’occultamento delle prove fu “intenzionale e deliberato” – il giudice Sommer aveva chiesto l’archiviazione per la posizione di Alec Baldwin disponendo anche l’uso della formula “con pregiudizio” che impedisce (ora e in futuro) la riapertura del processo contro l’attore; mentre ora proprio in virtù di quell’occultamento di prove legato seconda la difesa ad una “cattiva condotta” si dovranno definire in tribunale i dettagli delle responsabilità della procura.