Questa sera il programma ‘Sopravvissute’ di Matilde D’Errico racconterà – a partire alle ore 23:30 su Rai 3 – la storia della poliziotta Alessandra Accardo che nel 2022 fu (ovviamente suo malgrado) protagonista di una violentissima aggressione fisica e sessuale da parte di uno sconosciuto che si rivelò – in un secondo momento – un cittadino bengalese di 23 anni immediatamente arrestato: una storia difficile quella di Alessandra Accardo, ma che dimostra anche come la determinazione e il coraggio nel raccontare gli episodi di violenza subiti possono fare la differenza per assicurare alla giustizia mostri che altrimenti potrebbero colpire una seconda volta e chissà quante altre.
La vicenda in sé è piuttosto breve, ma non per questo meno terribile: nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022 – infatti – mentre Alessandra Accardo stava rincasando dopo aver concluso il turno lavorativo fu raggiunta alle spalle da uno sconosciuto che dopo averla colpita con un sasso e picchiata al punto da farle perdere i sensi per un attimo l’ha violentata; abbandonando il suo corpo in quello stesso parcheggio teatro dell’aggressione, a pochi passi dalla stazione di polizia.
Il racconto di Alessandra Accardo: “Ci sono voluti giorni per togliermi la sua puzza di dosso”
Momenti che per Alessandra Accardo fatica ancora oggi a dimenticare e lasciarsi alle palle, ricordando perfettamente che quando vide l’uomo correrle incontro “ho pensato – aveva raccontato al Corriere – fosse le scherzo di qualche collega”, salvo capire poco dopo che “voleva aggredirmi” penando immediatamente ad “una rapina” e scoprendo solo poco dopo l’amara verità: ricorda che la colpì così forte “con una pietra” che arrivò a “staccarmi un’unghia a forza di sassate“, colpendola poi “in testa” ma anche mordendole “una guancia. Mi sbatteva la testa per terra e mi tirava i capelli”.
Tutto questo con la ferma convinzione – continua a racconta Alessandra Accardo – che “sarei morta lì”, ma anche la determinazione di riuscire a sopravvivere: “Ho fatto il possibile per respirare e lui, avuto quello che voleva, se n’è andato” lasciandola esanime a terra ma dandole la possibilità di denunciare immediatamente ai vicinissimi colleghi quanto era appena accaduto; il tutto ovviamente lasciandole un segno profondo tanto che per diversi giorni dopo l’aggressione ricorda che “mi pettinavo in giardino perché nei capelli avevo ramoscelli, terriccio e cattivi odori”, oltre ad allontanare i tanti che provavano ad abbracciarla “per non trasmettergli la puzza di lui che sentivo addosso“.
Il 23enne bengalese che ha violentato Alessandra Accardo condannato a 14 anni: “Oggi sono una donna felice”
Insomma, fortunatamente Alessandra Accardo è riuscita ad uscire dalle grinfie letali del suo aggressore e pur avendo riportato “un versamento all’occhio, una collezione di cicatrici (..), un punto di sutura in fronte e ferite evidenti alle ginocchia” fu salvata da un camionista che passava di lì per un fortunato caso del destino: “Una volta arrivata in ospedale mi hanno tenuta in un posto riservato” e nel frattempo la macchina della giustizia si è mossa arrivando “in poche ore” alla cattura dell’uomo che si rivelò essere un 23enne originario del Bangladesh.
Avviato il processo, l’uomo nel marzo del 2023 è stato condannato con il rito abbreviato a 14 anni di reclusione per violenza sessuale e tentato omicidio e seppur dal conto suo Alessandra Accardo ci tenga a mettere in chiaro che “non basterebbe una vita intera” scontata in prigione per ridare giustizia alle vittime di violenza; oggi quello è un capitolo chiuso della sua vita e dopo aver ripreso a lavorare si dice “una donna felice” che ha deciso di farsi voce per “aiutare gli altri con la mia testimonianza”.