La poliziotta Alessandra Accardo fu aggredita e stuprata la notte tra il 19 ed il 20 ottobre 2022 a Napoli, mentre stava salendo sulla sua macchina dopo aver finito il suo turno di lavoro. L’autore dell’aggressione, un 23enne di origine bengalese, lo scorso marzo è stato condannato a 14 anni di reclusione per violenza sessuale e tentato omicidio. Alessandra Accardo ha deciso di non stare in silenzio e di fare del suo dramma uno slancio per sostenere le donne vittime di violenza come lei: “La mia storia può aiutare le altre“, ha raccontato al Corriere della Sera ripercorrendo le dolorose tappe della sua rinascita. 



Non sentivo dolore. Lui aveva trovato una pietra per terra e con quella mi ha colpita forte non so quante volte. Mi ha staccato un’unghia a forza di sassate contro le mani. Mi ha colpito in testa. Mi ha dato un morso sulla guancia. Mi sbatteva la testa per terra e mi tirava i capelli così forte che ne ho persi ciocche intere. Sanguinavo dal volto, da un orecchio, dalle ginocchia lacerate perché mi ha trascinata dietro un gabbiotto“. È una parte del racconto di Alessandra Accardo al quotidiano, uno scorcio dell‘orrore vissuto in prima persona e dal quale è riuscita a riemergere grazie al suo coraggio e alla voglia non mollare: “Io volevo sopravvivere e, giuro, non sentivo niente. Nessun dolore. Pensavo soltanto a come respirare perché mi stava strangolando. A un certo punto ho visto tutto nero, stavo soffocando“.



La testimonianza di Alessandra Accardo, poliziotta vittima di violenza

Dopo la violenza, Alessandra Accardo ha trascorso tre mesi lontana dal lavoro e dalla divisa che tanto ama per potersi rimettere. Durante l’aggressione subita lo scorso anno, la poliziotta ha riportato diverse lesioni e per questo ha dovuto affrontare un percorso di guarigione anche dal punto fisico: “Il dolore attraversa, va lavorato e modificato, dare voce al dolore sicuramente è un sollievo. Bisogna ascoltare le vittime, parlando con loro si può capire cosa si può migliorare e modificare per aiutare altre donne (…). Bisogna sempre denunciare e chiedere aiuto alle forze dell’ordine, siamo sempre pronti all’ascolto“.



Il racconto di Alessandra Accardo al Corriere della Sera torna a quei terribili momenti dello stupro: “Era una furia, non gli importava niente di me. Ero convinta che sarei morta lì e allora ho pensato a mia madre e a mio padre, pensavo che non meritavano di trovarmi così. Ho provato un dispiacere così profondo davanti a quel pensiero… nessun genitore merita di trovare la propria figlia in quelle condizioni“. Alessandra Accarco oggi ha 33 anni e quella notte di ottobre dell’anno scorso, a fine turno, stava per tornare a casa. È stata violentata dopo aver raggiunto la sua auto parcheggiata al porto, precipitando in un incubo che adesso racconta per sostenere le altre vittime. L’autore della violenza sarebbe stato appostato, a parecchi metri di distanza, in attesa di aggredirla: “Stavo per aprire l’auto quando l’ho visto correre verso di me. Il primo istante ho pensato fosse lo scherzo di qualche collega, poi ho creduto fosse una rapina. E invece…“. Oggi Alessandra Accardo è una donna felice, ha un compagno e continua a portare la sua testimonianza in pubblico: “Ho deciso fin da subito di non farmi intrappolare nella paura (…).Mi sono ripresa la mia vita, e cerco di aiutare gli altri“.