Si torna a trattare il caso di Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa dal calciatore Giovanni Padovani in quel di Bologna, negli studi di Mattino Cinque. Il programma di Canale Cinque ha intervistato l’ex allenatore al Troina dell’assassino, che ha parlato di un ragazzo normale e carismatico anche se troppo “coinvolto” dalla relazione proprio con Alessandra Matteuzzi. “Era un ragazzo di grande personalità, un buon giocatore – ha spiegato il tecnico via telefono ad Emanuele Canta, inviato di Mattino Cinque – si è creato subito un buon rapporto con lui, aveva questa storia già da allora, diciamo che lui era sempre al telefono, litigavano sempre, si lasciavano ogni 15 giorni”.



Una storia d’amore che è stata quindi sempre molto travagliata quella fra Alessandra e Giovanni, poi sfociata nel drammatico omicidio della scorsa estate. Ma in precedenza nessuno aveva intuito nulla: “Non aveva mai dato un segno di insofferenza, mai una discussione. – ha aggiunto l’allenatore del Tronia – chiedeva dei permessi? Mai chiesti, ma poi c’era un rapporto libero, ogni 15 giorni o una volta al mese, al lunedì era libero quindi la domenica sera lui andava spesso a Bologna (dove viveva la fidanzata ndr)”.



ALESSANDRA MATTEUZZI, L’ALLENATORE DI PADOVANI: “LUI ERA INNAMORATO”

In ogni caso il tecnico parla di amore di Padovani verso Alessandra Matteuzzi: “Giovanni Padovani era innamorato di questa donna, molto innamorato”. E ancora: “Io ho cercato di dargli i consigli giusti, di farlo reagire, soprattutto perchè in certe giornate lo vedevo attaccato al telefono da mattina a sera, scusa ma tu puoi vivere così? Gli dicevo. ‘Devi capire cosa vuoi da grande no?’, e gli dicevo che alla lunga l’avrebbe pagata anche sul campo. Mi diceva che un giorno si era lasciato e dopo 15 giorni era tutto a posto, andava avanti sempre così. Noi lo prendevamo in giro nel modo giusto, gli dicevamo che era sempre al telefono”. Giovanni Padovani ucciderà Alessandra Matteuzzi sotto cosa, scagliandole addosso tutta la propria furia e colpendola con un martello, calci, pugni e persino una panchina.

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