Alessandra Matteuzzi, vittima di femminicidio a Bologna per mano di Giovanni Padovani, calciatore che attualmente militava in una compagine siciliana, ha anche rischiato di essere pedinata nei mesi che hanno preceduto la sua morte. Ad annunciarlo ai microfoni della trasmissione di Canale 5 “Morning News” è stato il detective privato Anthony Tortorici, il quale ha rivelato di essere stato contattato circa un anno fa dall’uomo: “Mi aveva chiesto di pedinare la sua fidanzata – ha esordito in diretta televisiva –. Subito aveva domandato informazioni sui costi e io gli avevo risposto di venire nel mio ufficio per un conferimento di incarico”.



Proprio durante quell’incontro, però, Tortorici si accorse che qualcosa in quel rapporto tra Alessandra Matteuzzi e Giovanni Padovani non andava, visti anche i trent’anni di differenza che dividevano la coppia:Di fronte alla differenza d’età tra i due, sono rimasto titubante – ha commentato l’investigatore –. Padovani mi diceva di essere perdutamente innamorato, ma era morboso e geloso al punto che io non ho accettato l’incarico. Ho rifiutato nettamente di lavorare per lui”.



ALESSANDRA MATTEUZZI, PARLA IL DETECTIVE PRIVATO CHE AVREBBE DOVUTO PEDINARLA: “PADOVANI ERA OSSESSIVO”

Secondo il detective Tortorici, Padovani era ossessionato e ossessivo nei confronti di Alessandra Matteuzzi, tanto che lui stesso aveva confidato all’investigatore di essere riuscito ad acquisire “le password del software delle telecamere dell’antifurto. In questo modo, lui, anche dalla Sicilia dove giocava, osservava se Alessandra fosse a casa e cosa facesse. Riusciva a spiarla attraverso il suo telefonino”.

Tortorici a “Morning News” ha concluso asserendo che il killer della povera Matteuzzi ha insistito a lungo con lui affinché accettasse l’incarico, prima di lasciare perdere: “Mi chiamava mattina, pomeriggio e sera e alla fine ho rotto i ponti. Lui andava per la sua strada, non ascoltava. Quando il cliente non ascolta, meglio lasciarlo perdere. Non rispondevo alle sue telefonate, ha provato per parecchio tempo, per circa 20 giorni. L’ho bloccato su WhatsApp e basta”.