Alessandra Matteuzzi è stata uccisa con venti colpi al volto e alla testa. È il risultato dell’autopsia effettuata sul corpo della donna, massacrata a Bologna dal suo ex fidanzato, il calciatore dilettante Giovanni Padovani. Lui, 27 anni, dal carcere di Dozza si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nel referto dell’autopsia sul corpo della donna emerge quella che viene definita una “escalation di atteggiamenti violenti cominciato con calci e pugni” che le ha provocato diverse fratture alla testa e al volto, ma anche un’altra dozzina di fratture a gambe, braccia e torace. Un quadro di terribile e inaudita violenza. Il brutale omicidio era avvenuto il 23 agosto scorso, quando Alessandra Matteuzzi aveva deciso di interrompere la relazione con Giovanni Padovani e di denunciarne i comportamenti ossessivi e persecutori. Il 27enne si trova ora in carcere con l’accusa di omicidio aggravato e stalking. Aveva aspettato l’ex fidanzata tendendole un agguato sotto casa sua, quindi l’aveva colpita con calci, pugni e perfino un martello, accanendosi sulla testa e sul volto, su tutto il corpo, scaraventandole addosso anche una panchina di ferro trovata nel giardinetto del condominio dove viveva Alessandra.
Alessandra Matteuzzi morta per venti colpi alla testa: i risultati dell’autopsia
Alessandra Matteuzzi è morta dopo poche ore dalla brutale aggressione operata dall’ex fidanzato, Giovanni Padovani, in seguito agli oltre venti colpi sferrati alla testa e al volto. Le indagini della squadra mobile si stanno concentrando anche sull’analisi del pc e del cellulare della donna, 56enne, per capire attraverso accertamenti tecnici la natura del rapporto tra lei e il 27enne e gli abusi da lei denunciati. Nelle mani negli inquirenti c’è anche un telefono cellulare di proprietà di Padovani.
Alesa Matteuzzi aveva incontrato il suo carnefice nel 2020 tramite i social. Si erano frequentati per un anno e, secondo quanto emerso dalle ricostruzioni, lei aveva deciso di troncare la relazione con Giovanni Padovani a causa delle vessazioni che la costringeva a subire e della sua morbosa gelosia. Il 27enne infatti le avrebbe impedito di usare i social, a eccezione di Instagram, e la videochiamava spesso per accertarsi dei suoi spostamenti. Una volta troncato ogni rapporto, lui aveva continuato a cercarla e ad appostarsi sotto casa sua. Fino all’ultimo agguato, quello che ha lasciato Alessandra Matteuzzi in fin di vita, massacrata di botte e colpi di martello.