A Quarto Grado si parla del caso di Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa da Giovanni Padovani, ex compagno, in quel di Bologna. Il programma di Rete Quattro, che ieri è tornato con la sua nuova stagione, ha intervistato Stefania Matteuzzi, la sorella della povera Alessandra: “Si sono conosciuti tramite i social – ha raccontato – l’aveva colpito la storia di questo ragazzo, aveva avuto un problema di salute (un tumore alle ossa poi superato ndr) e su questa cose era molto sensibile. Non le interessava uscire con con un uomo, aveva le sue amiche, me, mamma e mio papà, non era solita fare serate ne niente”.
All’inizio Padovani si comportava bene: “Era rispettoso, cordiale e gentile nei primi momenti, non posso dire niente. La sua gelosia ossessiva è iniziata da gennaio, mi chiamava e mi diceva che non era con un altro uomo che non era al lavoro, e invece non era vero. Oppure diceva che non era in casa e che era in macchina con un altro uomo, mi diceva che dovevo coalizzarmi con lui e che dovevamo curarla, era malata, e a me queste cose mi spaventavano anche perchè Alessandra era al lavoro”. Poi la situazione è degenerata e Alessandra Matteuzzi ha denunciato Giovanni Padovani: “Ad agosto, da quando aveva fatto denuncia, lei viveva chiusa in casa con le finestre in casa – ha continuato ancora la sorella – lui passava dalla dolcezza all’aggressività, dava pugni alle porte, rompevano le bottiglie in casa, lei era terrorizzata, temeva per la sua vita? Si, aveva paura”.
ALESSANDRA MATTEUZZI, LA SORELLA STEFANIA E IL GIORNO DELLA MORTE
Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra, ha ricordato il giorno dell’uccisione: “Martedì alle 17 mi ha scritto che era fuori dal lavoro e mi disse se poteva vedermi per Giovanni che era disperata. Le ho detto che l’avrei raggiunta e sono stata al telefono con lei per sicurezza. Poi forse dovevo tenerla al telefono forzatamente e non ho potuto fare nulla, ho sentito le urla. Fino a che sentivo le urla dentro di me ero sicura, intanto il mio compagna parlava con i carabinieri, poi il telefono è risultato irraggiungibile”.
Quarto Grado ha intervistato anche Nicolae, il vicino di casa, la cui sorella ha assistito in diretta alla scena dell’assassinio: “C’era un bagno di sangue, la faccia della Matteuzzi ridotta a brandelli e lui che continuava a inveire a calci e pugni, e lui continuava a dire che non ce l’aveva con nessuno”. Infine da segnalare le parole di Anthony Tortorici, investigatore privato, che Giovanni Padovani aveva contattato per ‘indagare’ appunto su Alessandra Matteuzzi: “Dopo un po’ di tempo avevo accettato l’incarico poi quando ho sentito dell’età, lei 56 lui 26, presi un po’ di tempo. Successivamente mi ha raccontato di tutte queste spiate, lei quando era in casa, le password di telecamere e allarmi, un’ossessione e morbosità che non mi fece accettare l’incarico. Non era aggressivo verso lei, era una morbosità, mi tempestava di telefonata, era diventata un’ossessione anche verso me”.