Alessandra Matteuzzi, 56 anni, è stata uccisa sotto la sua abitazione di vai dell’Arcoveggio, a Bologna, la sera del 23 agosto scorso. Secondo quanto finora ricostruito in sede d’indagine, ad agire sarebbe stato l’ex compagno 27enne, Giovanni Padovani, trovato sulla scena del crimine con la presunta arma del delitto, un martello, ancora tra le mani. Tra le righe della cronaca di un delitto efferato spunta il racconto che alcune donne hanno affidato ai microfoni di Grazia, dicendosi anch’esse “vittime” delle ossessioni dell’attuale indagato per l’omicidio della 56enne.
Quarto Grado torna oggi sul caso di Alessandra Matteuzzi, mentre le indagini sono ancora in corso e filtrano, attraverso le dichiarazioni della sorella della vittima, Stefania Matteuzzi, dettagli inquietanti sulla condotta che Padovani avrebbe reiterato nei confronti di Alessandra Matteuzzi nei mesi che hanno separato la fine della loro relazione e il femminicidio. “Ora ho paura”, ha detto la sorella della 56enne più volte davanti alle telecamere, sostenendo di sentirsi potenziale bersaglio di Giovanni Padovani nel caso in cui tornasse in libertà. L’uomo, riporta Il Resto del Carlino, dopo l’arresto con l’accusa di omicidio volontario aggravato avrebbe meditato un ricorso al Riesame contro la custodia cautelare in carcere, per poi ripensarci e rinunciare.
Il presunto assassino di Alessandra Matteuzzi avrebbe perseguitato altre donne
La notizia arriva da un servizio di Grazia che, poche ore fa, ha pubblicato il contenuto di un’intervista a due donne che sostengono di aver conosciuto Giovanni Padovani, presunto assassino di Alessandra Matteuzzi attualmente indagato e in carcere, nei mesi precedenti l’omicidio della 56enne. Entrambe, secondo quanto riportato, avrebbero riferito di essere venute a conoscenza delle presunte “ossessioni” del 27enne per la sua ex compagna, che poi avrrebbe ucciso a colpi di martello sotto la sua casa bolognese il 23 agosto scorso.
Padovani, descritto da alcuni amici come “geloso e possessivo”, prima di Alessandra Matteuzzi – con cui avrebbe avuto una breve relazione – sarebbe stato legato a un’altra donna che avrebbe subito le stesse pressioni. La 56enne lo aveva denunciato poco prima di essere uccisa, il 29 luglio scorso, ma viveva costantemente nella paura. Lo ha sottolineato la sorella, Stefania Matteuzzi, tracciando un profilo dai lineamenti inquietanti intorno agli ultimi mesi di vita della vittima. Alessandra Matteuzzi sarebbe stata pedinata dall’ex compagno che, fino al giorno del delitto, avrebbe messo in atto frequenti appostamenti sotto la sua abitazione “convinto che lei avesse un altro“. Tutte “fantasie”, ricorda la sorella, prive di fondamento che avrebbero costretto la povera Alessandra Matteuzzi a chiede aiuto alle forze dell’ordine. Proprio nei terribili istanti dell’aggressione, quando Alessandra Matteuzzi stava per essere uccisa, la 56enne era al telefono con la sorella: “Ho sentito delle grandi urla, fino a quando si è interrotta la comunicazione e ho chiamato il 112…“